Agricoltura: scenari ed aspettative al 2020. Paolo Bruni, Presidente CO.GE.CA.
26 Settembre 2011
Nel dopoguerra in Europa, per merito della cosiddetta rivoluzione verde, si passò dalla scarsità alla eccedenza delle produzioni agricole e allora si privilegiò un’agricoltura basata sulla qualità delle produzioni. Ora, con una popolazione in esponenziale aumento, che nel 2050 arriverà a più di 9 miliardi di individui, si deve tornare a parlare di quantità e l’imperativo è quello di allargare l’orizzonte della discussione al mondo intero. Non dimentichiamoci che la stabilità sociale, da sempre, passa attraverso il soddisfacimento dei bisogni primari: le rivolte dei paesi del Nord Africa e il continuo flusso migratorio che si riversa sulle nostre coste ne è un chiaro esempio. In questo complesso panorama, quale sostegno è previsto da parte dell’UE? I bisogni continuano ad essere gli stessi, ma il numero di persone a doversi spartire le risorse del pianeta è in costante crescita: tutto ciò crea necessità di sempre più difficile soddisfazione. L’agricoltura è chiamata a tentare di rispondere nel modo più adeguato possibile a questa lotta per la sopravvivenza, modificando i suoi tradizionali metodi di produzione. Chiaramente il tutto senza che l’ambiente ne risenta. È questa la grande sfida: trovare il giusto equilibrio fra natura e tecnologia, fra necessità sociali e ambientali, per ottenere prodotti di qualità, in quantità sufficienti e accessibili a tutti senza dimenticare che l’agricoltore è la colonna portante di tutto questo e porta sulle spalle sia il peso di produrre il cibo che mangiamo sia la responsabilità della tutela dell’ambiente.