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Addio donne in carriera. Dopo il parto, 2 anni a casa col bebè

Addio donne in carriera. Dopo il parto, 2 anni a casa col bebè

By Redazione

Portata a termine la gravidanza, le donne devono continuare ad occuparsi intensivamente del loro bambino.
Più precisamente, devono rimanere (quasi) sempre con lui per un periodo di 24 mesi.

A raccomandarlo, il dottor Yehudi Gordon, del St John & St Elizabeth Hospital di North London, ginecologo esperto del parto in acqua e
supervisore del parto di dive come Cate Blanchett o Elle Mc Pherson.

In un intervista al Daily Mail, Gordon spiega come “Stress, ansia, attacchi di panico e insonnia sono dovuti in larga parte alle insicurezze che
ci segnano da bambini, quando siamo separati troppo presto dai nostri genitori.
Alla nascita gli esseri umani sono i mammiferi meno sviluppati del pianeta, e ciò che accade quando il cervello inizia a svilupparsi ha un marcato impatto su di noi nell’infanzia e
nell’età adulta”.

Se quindi un bambino crescerà sicuro di sé ed equilibrato in una famiglia unita, vivere “da solo” gli provocherà dei problemi.

Per evitarlo, Gordon consiglia uno stretto rapporto alla coppia madre-figlio: per “Essere davvero in sintonia, i due dovrebbero stare insieme il
più a lungo possibile”.

Nella sua teoria, il dottor Gordon sottolinea altri due punti che le neo mamme dovrebbero rispettare nei primi mesi di maternità: evitare una
routine troppo rigida ed abituarlo gradualmente alla “sua” stanza.

Sul primo punto, il ginecologo è categorico: Ci sono piccoli che amano le regole, ma nella mia esperienza sono una minoranza. E questo perché le esigenze dei bimbi
cambiano giorno per giorno, e settimana per settimana”.

Riguardo alla prima indipendenza, in particolare al dormire da solo, Gordon spiega come. “Ci sono bimbi che impiegano pochi giorni, altri due o tre
mesi. Il grosso problema per le neomamme è che amici e familiari dicono loro che sbagliano a comportarsi in un certo modo. Ci vuole molto coraggio per seguire il proprio istinto”.

In altre parole le donne dovrebbero basarsi molto, oltreché sul loro istinto, sul tentativo di ricreare la tranquillità e la serenità che i piccoli provano al momento della
nascita. Nascita che, per Gordon deve avere in un ambiente con “luci soft, in una stanza calma e tranquilla, salutati da persone che ci amano”.

Matteo Clerici

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