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Vino: sempre più contraffazioni, sempre meno Made in Italy

Vino: sempre più contraffazioni, sempre meno Made in Italy

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Vino in polvere, ma anche vino alla frutta ma anche vino acqua e zucchero.

Come denuncia Coldiretti, sono sempre di più comuni le contraffazioni per il Made in Italy.

Presente a Vinitaly, l’associazione mette nero su bianco le cifre: ad oggi, è a rischio un giro d’affari di 5 miliardi di Euro, vittima di truffatori ma anche di una legislazione insufficiente.

Ed ogni Paese ha il suo falso preferito. Negli USA, è legale aggiungere acqua al mosto, per ridurre gli zuccheri ed “aumentare” il valore il valore del prodotto.

In Canada (ed altrove) sono diffusi kit che, tramite polverine ed aggiunte varie, permettono di ottenere pseudo-vini. Sul tema, si è espresso il presidente Moncalvo, secondo cui “L’accordo di libero scambio con il Canada (Ceta) non protegge dalle imitazioni dall’Amarone all’Ortrugo dei Colli Piacentini insieme a molti altri vini, ma anche quello siglato con il Giappone esclude dalla tutela ben il 95% delle 523 denominazioni di vini riconosciute da Nord a Sud del Paese. E la situazione è ancora piu’ preoccupante nella trattativa in corso con i Paesi del Mercosur dotati di un forte potenziale vitivinicolo che già producono copie dei vini italiani, dal Prosecco brasiliano al Bordolino argentino”.

Nella stessa Europa, ad eccezione di Italia Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta, è legale lo zuccheraggio del vino. Sempre Molcalvo, ha evidenziato come “Occorre smascherare in etichetta l’inganno dell’aggiunta di zucchero al vino che l’Unione Europea consente ai Paesi del centro e nord Europa cogliendo l’occasione della revisione delle norme”.

A peggiorare la situazione, la presenza di Internet, la cui natura ambigua e non sempre verificabile rende difficile distinguere il vino di qualità dal falso.

Tuttavia, ci sono dei lati positivi. Come ricorda Coldiretti, l’Unione Europea ha elaborato una lista di 30 denominazioni di vino italiano oltre alla Grappa da tutelare, che riflette in buona parte quella dell’accordo con il Giappone e ricomprende il Prosecco, anche se al momento è in corso un braccio di ferro con i produttori locali

Inoltre, l’Italia ha una delle legislazioni più severe sulla materia: i consumatori possono così sentirsi al sicuro.

Matteo Clerici

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