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Vendola e Introna presentano piano tutela delle acque

By Redazione

Bari, 1 Ottobre 2007 – Si è tenuto oggi il convegno di presentazione del “Piano di tutela delle acque della Regione Puglia – uno strumento a sostegno dei processi di
trasformazione e di valorizzazione del territorio”, organizzato a cura dell’Assessorato alle Opere Pubbliche, del Commissario delegato per l’emergenza ambientale e dell’Anci Puglia.

Sono intervenuti l’assessore alle Opere pubbliche Onofrio Introna, la dott.ssa Maria Antonia Iannarelli, dirigente del settore Tutela delle Acque della Regione, il prof. Antonio Di Santo,
segretario dell’Autorità di Bacino, il presidente di Anci Puglia Michele Lamacchia, il presidente della Regione Nichi Vendola. Il piano, compilato con l’ausilio della Sogesid, prevede
una serie di tabelle e cartografia dettagliata delle zone geologiche della Puglia, con i limiti da rispettare per costruzioni, discarichi, impianti, installazioni e interventi sul suolo. “Non
bisogna solo adempiere burocraticamente a un obbligo di legge – ha dichiarato il presidente Vendola – ma con il Piano di tutela delle acque si devono rispettare due obiettivi: l’accumulo e la
messa in rete di conoscenze, per sapere quale sia la situazione in tempo reale per una risorsa così minacciata. In più il piano deve essere uno strumento di sensibilizzazione
politica e dell’opinione pubblica, perché si passi alla stipula di un patto civico tra cittadini per l’agricoltura, l’industria e gli usi potabili. Il piano deve diventare uno strumento
di battaglia politico/culturale altrimenti rischia di diventare inutile”. Adottato lo scorso 19 giugno dalla Giunta, il Piano di Tutela delle Acque dovrà essere approvato definitivamente
entro fine anno dopo le osservazioni da parte di cittadini, operatori e enti interessati che potranno arrivare anche nel corso delle presentazioni pubbliche. Oggi la platea era in gran parte
composta da rappresentanti dei Comuni (tra loro, l’assessore comunale di Bari Simonetta Lorusso e il sindaco di Bitonto, Nicola Pice, presiedente dell’ATO Puglia) L’adozione ha però
fatto già scattare le previste misure di salvaguardia. Il convegno di oggi è il primo di una serie nelle province pugliesi per presentare il Piano (martedì 2 ottobre,
Lecce, Hotel President, ore 10.00; lunedì 8 ottobre, Foggia, Palazzo Dogana, ore 11.00; venerdì 12 ottobre, Grottaglie (Ta), castello Episcopio, ore 10.00; venerdì 12
ottobre, Barletta, Castello Svevo, ore 16.00). L’assessore Onofrio Introna ha dichiarato, a proposito del convegno che “più volte è capitato di ascoltare definizioni del “bene
acqua”. Tra le tante, a me piace ricordare quelle che la individuano come ‘fonte insostituibile di vita’, ‘patrimonio dell’umanità’,’diritto universale e inalienabile’. Questa risorsa,
assai preziosa, è elemento indispensabile per la vita sul nostro pianeta. Conseguentemente siamo tutti chiamati ad assumere le necessarie azioni di tutela e di valorizzazione delle
acque. In quest’ottica, la Regione Puglia, con il Piano di Tutela adottato, che si costituisce come strumento di programmazione e pianificazione, ha inteso intraprendere un percorso nei sensi
anzidetti. Siamo ben consapevoli che sarà un percorso difficile; per intanto, noi ci proviamo”. A seguire, la relazione odierna dell’assessore Introna.

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PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE DELLA REGIONE PUGLIA Uno strumento a sostegno dei processi di trasformazione e di valorizzazione del territorio ” Permettetemi, inizialmente, di rivolgere a tutti
voi presenti, un sincero ringraziamento per aver accolto l’invito che d’intesa con l’A.N.C.I. (ringrazio il Presidente Regionale Michele Lamacchia per l’impegno personale profuso per
l’organizzazione ed il successo di questa importante azione di informazione che questa mattina avviamo con la I^ Conferenza di Bari cui seguiranno quelle nelle altre Province Pugliesi) abbiamo
proposto su di un tema di fondamentale importanza per la nostra collettività pugliese, quale è, appunto, la ” Tutela delle Acque “. Ringrazio Michele Emiliano Sindaco di Bari e il
Presidente della Giunta Regionale On. Nichi Vendola che con la sua partecipazione ai nostri lavori impegna tutti i soggetti istituzionali a porre le condizioni per la definitiva approvazione
del Piano di Tutela delle Acque. E’ mia intenzione soffermarmi nell’introdurre i lavori su: OBIETTIVI E LE FINALITA’ DEL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE DELLA REGIONE PUGLIA

La Legge n. 183 del 1989 (istitutiva del Piano di Bacino) ha introdotto un metodo di pianificazione concepito come riassuntivo di tutti gli indirizzi e coordinatore di tutte le scelte aventi
influenza sulla destinazione delle risorse ambientali e territoriali onnicomprensiva del territorio del bacino, da realizzare attraverso una considerazione privilegiata e unitaria del governo
delle risorse idriche. La predetta Legge, pertanto, ha modificato notevolmente il modello normativo attinente alle risorse idriche fino ad allora vigente: non è disciplinata una
ulteriore materia, bensì individuato un obiettivo, la difesa del suolo e la tutela delle acque, che necessariamente ricomprende ogni aspetto di governo e gestione degli elementi
materiali che vi rientrano. In questa normativa l’acqua viene assunta quale bene-risultato di cui occorre tutelare la qualità ambientale e, conseguentemente, coordinare qualsiasi uso
suscettibile di produrre effetti rilevanti su di essa. In questo scenario si inserisce il Piano di Tutela delle Acque, quale strumento di pianificazione in materia di acque esplicitamente
introdotto dalle leggi vigenti (152/99 e 152/06), finalizzato alla “tutela delle acque dall’inquinamento” in recepimento di alcune direttive comunitarie concernenti il trattamento delle acque
reflue urbane e la protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. Gli obiettivi attribuiti dalla normativa vigente al Piano di Tutela delle Acque
sono quelli di proteggere e preservare lo stato qualitativo e quantitativo dei copri idrici al fine di: a) prevenire e ridurre l’inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici
inquinati; b) conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; c) perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche,
con priorità per quelle potabili; d) mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonchè la capacità di sostenere comunità animali e
vegetali ampie e ben diversificate.

Per il raggiungimento degli obiettivi appena indicati, il Piano di Tutela delle Acque deve prevedere una serie di azioni tese a: a) individuare gli obiettivi di qualità ambientale e per
specifica destinazione per ciascuna tipologia di corpo idrico; b) integrare la tutela degli aspetti qualitativi e quantitativi nell’ambito di ciascun bacino idrografico, prevedendo allo scopo
un adeguato sistema di controlli; c) raggiungere il rispetto dei valori limite agli scarichi fissati dalle norme statali, nonchè la definizione di valori limite in relazione agli
obiettivi di qualità di ciascuno dei corpi recettori; d) garantire l’adeguamento dei sistemi di fognatura, collettamento e depurazione degli scarichi idrici, nell’ambito del servizio
idrico integrato di cui alla Legge 5 gennaio 1994, n. 36; e) individuare e porre in essere idonee misure per la prevenzione e la riduzione dell’inquinamento nelle zone maggiormente vulnerabili
e nelle aree sensibili; f) individuare ed attuare le misure atte alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse idriche. In questo contesto normativo, e tenuto
conto della reiterata compromissione della situazione socio-economico-ambientale della Puglia (iniziata con la dichiarazione dell’emergenza in data 8.11.1994), è stato affidato al
Commissario Delegato-Presidente della Regione l’incarico, tra l’altro, di predisporre il Piano di Tutela delle Acque della regione Puglia e provvedere ad elaborare ed attuare il programma di
rilevamento dello stato qualitativo e quantitativo dei corpi idrici del territorio pugliese. La redazione del Piano di Tutela delle Acque, relativo al territorio pugliese, è stata
preceduta dalla redazione di una serie di altri strumenti, sia a stralcio del Piano di Tutela stesso (Piano Direttore, parte integrante del Piano di Tutela), sia necessari a porre fine ad una
serie di situazioni di emergenza che costituivano pregiudizio per ogni intervento di tutela delle risorse idriche (Piano degli interventi urgenti nel settore fognario-depurativo). La redazione
del Piano di Tutela delle Acque della regione Puglia ha pertanto costituito il più recente atto di riorganizzazione e innovazione delle conoscenze e degli strumenti per la tutela delle
risorse idriche nel territorio regionale, recependo le profonde modificazioni introdotte nel quadro normativo di settore dal D.Lgs. n. 152/1999, e successive modifiche ed integrazioni.

Le idee forza che hanno sostenuto la predisposizione del Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia sono state: a) Tutela ambientale come motore di sviluppo. Il Piano di Tutela delle
Acque è stato inteso non come semplice strumento vincolistico di settore, ma come strumento a sostegno di processi di trasformazione e di valorizzazione del territorio che sappiano
coniugare esigenze di sviluppo con esigenze di tutela delle risorse idriche. In quest’ottica, il Piano ribadisce la necessità di fare della tutela dell’ambiente un elemento cardine nella
costruzione di percorsi sostenibili di sviluppo regionali, divenendo essi stessi nuovi motori di uno sviluppo integrato con l’ambiente. b) Definizione di uno strumento robusto di conoscenza. Il
Piano di Tutela è stato strutturato in modo da dedicare un’ampia parte delle sue analisi alla costruzione di una robusta base di conoscenza dei processi e dei fenomeni che incidono, a
livello regionale, sulla disponibilità qualitativa e quantitativa della risorse idriche (sotterranee in particolare). Lo stesso D.Lgs. n. 152/1999, nel definire il livello minimale di
conoscenze delle acque e del territorio da conseguire a scala nazionale, ha previsto azioni abbastanza ampie e dettagliate, di fatto richiedendo un notevole sforzo di partenza da parte di enti
regionali e locali per indagare la propria realtà geografica ed antropica in modo esaustivo. c) Definizione di uno strumento guida per la formulazione delle politiche settoriali.
È un dichiarato auspicio del Piano di Tutela delle Acque che lo stesso possa divenire uno strumento di conoscenza utilizzabile dalle strutture regionali nel modo più ampio
possibile, anche in relazione ai diversi strumenti di programmazione. favorendo l’inclusione degli obiettivi di tutela delle risorse idriche all’interno dei criteri di indirizzo degli eventuali
finanziamenti disponibili. d) Dinamicità delle conoscenze e delle procedure di aggiornamento.

La dichiarata necessità, prevista dalla normativa nazionale e comunitaria, di predisporre meccanismi di costante verifica degli effetti che l’implementazione delle azioni programmate dal
Piano di Tutela delle Acque producono sul bene tutelato, ha richiesto allo stesso Piano il requisito di essere strumento dinamico, continuamente aggiornabile nello stato delle conoscenze sulla
base di attività di monitoraggio, controllo e aggiornamento delle basi tematiche, attraverso un sistema informativo approntato a supporto. Il criterio di dinamicità richiesto
avrà il pregio di garantire, diversamente da quanto fatto in passato, che interventi per loro natura destinati a produrre effetti nel tempo siano monitorati in corso di attuazione, e
degli stessi ne sia verificata l’efficacia, ovvero possano essere adeguati con tempestività ai mutamenti in atto nel contesto territoriale e socio-economico su cui incidono. Con
l’adozione del Progetto di Piano di Tutela delle Acque, avvenuta con Delibera di Giunta Regionale n. 883 del 19/06/2007, sono state poste le basi, in Puglia, per il raggiungimento di
significativi obiettivi in rapporto alla tutela qualitativa e quantitativa di tutti i corpi idrici presenti sul territorio. Appaiono di particolare importanza i risultati in merito a: 2
l’adeguamento dei sistemi di depurazione al servizio degli agglomerati urbani, attraverso la definizione dei limiti qualitativi allo scarico da parte degli impianti e l’individuazione dei
relativi recapiti finali; 2 la valutazione dei fabbisogni idrici dei principali comparti idroesigenti (potabile, irriguo, industriale) sulla base delle attuali disponibilità, tenendo
opportunamente in conto delle attuali modalità di utilizzo delle acque da parte dei soggetti fruitori e delle necessità di intraprendere azioni di recupero e riutilizzo delle
acque di processo quando tecnicamente possibile; 2 la prima definizione di un bilancio idrico complessivo dei corpi idrici sotterranei del territorio pugliese, diretta ad assicurare
l’equilibrio fra ricarica naturale (in qualche modo decrescente negli ultimi decenni per gli effetti dei cambiamenti climatici e di attività antropiche quali lo spietramento della
murgia) e i fabbisogni per i diversi usi. Ne sono conseguite necessarie misure finalizzate alla tutela qualitativa e quantitativa delle risorsa idrica sotterranea, particolarmente significative
per l’approvvigionamento idrico di estese porzioni del territorio pugliese (Salento). 2 l’individuazione e programmazione delle necessarie opere, di tipo impiantistico e strutturale,
nonché delle opportune azioni di sensibilizzazione della collettività, tese a incentivare il risparmio idrico della risorsa pregiata e il riuso delle acque reflue in agricoltura
ed industria; 2 l’applicazione delle prime misure di tutela e protezione quali-quantitativa dei corpi idrici superficiali significativi, ad esempio attraverso la definizione a scala di bacino
del minimo deflusso vitale; 2 la puntuale definizione delle necessarie azioni di rilevamento dei corpi idrici, superficiali, e sotterranei e marino-costieri, e l’avvio dei relativi progetti di
monitoraggio; 2 La predisposizione di idonei strumenti metodologici e procedurali per l’aggiornamento dinamico del Piano, in conseguenza del miglioramento del patrimonio conoscitivo derivante
dalle azioni di monitoraggio, e la condivisione con le Amministrazioni competenti delle opportune procedure di adeguamento delle misure di salvaguardia. La redazione del Piano di Tutela delle
Acque della Regione Puglia ha, in definitiva, rappresentato un impegno estremamente complesso e delicato, dal momento che esso si proponeva di declinare, all’interno di una situazione
già fortemente compromessa dal punto di vista ambientale e caratterizzata da carenze di lunga data, obiettivi ambiziosi e innovativi nel contesto di azione regionale. Per questo motivo
la sua adozione rappresenta, per il Governo Regionale pugliese, il raggiungimento di un doveroso impegno con la collettività, al fine di disegnare una strategia di sviluppo compatibile
con la attuale complessa situazione ambientale, piuttosto che un fatto formale di rispetto di normative e leggi vigenti.

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