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Tabacco: l'UE vuole investire per diminuire il consumo e incentivarne la coltivazione

By Redazione

Firenze – Con la ratifica italiana della Convenzione Quadro dell’Oms per la lotta al tabagismo (1), anche in Italia sarà presto vietato vendere sigarette ai minori di 18 anni,
è l’ultimo di una serie di provvedimenti per contrastare il consumo di tabacco, individuato dalla comunità medica quale una delle principali cause di mortalità.

Ma ai visibili e pubblicizzatissimi divieti, agli spot anti-fumo, ai programmi di educazione e rieducazione, non corrisponde altrettanta severità nei confronti dei produttori. La
Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha appena approvato un prolungamento fino al 2012 del regime di aiuti ai produttori insieme all’aumento al 6 per cento dei trasferimenti destinati
al finanziamento del Fondo comunitario del tabacco.

Insomma, i soldi del contribuente europeo sono impiegati contemporaneamente per scoraggiare il consumo di tabacco e per incentivarne la produzione. Incentivi economici che contribuiscono
peraltro ad impoverire i produttori dei Paesi più poveri, che difficilmente possono competere con i colleghi occidentali ben finanziati dai soldi dei contribuenti.

Alla faccia della lotta al tabagismo e della libertà di mercato. Soprattutto, alla faccia della coerenza nella lotta alle dipendenze o presunte tali. Giunge or ora la sentenza delle
sezioni penali unite della Cassazione, secondo cui chi coltiva anche una sola piantina di cannabis per uso personale deve finire in carcere (2). Ricordiamo che a fronte di oltre 4 milioni di
morti ogni anno nel mondo per tabagismo, la cannabis non ha causato un solo decesso dimostrabile.

Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc

(1)
(2)

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