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Staminali, al via progetto «officina del cervello»

By Redazione

23 Novembre 2007 – Curare le malattie neurodegenerative attraverso l’utilizzo delle cellule staminali e di tecniche avanzate di ingegneria dei tessuti e di nanotecnologia: è
l’obiettivo del progetto di ricerca «Officina del cervello«, presentato oggi alla stampa nel corso di una conferenza alla quale hanno preso parte il presidente lombardo, Roberto
Formigoni, l’assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani, il titolare del progetto, professor Angelo Vescovi, il direttore generale di Niguarda, Pasquale Cannatelli, e Maurizio
Colombo, presidente di Neurothon Onlus.

«Si tratta di un progetto ambizioso dotato di grande carica innovativa» (come l’ha definito il presidente Formigoni) che verrà finanziato e sostenuto dalla Regione Lombardia
con 2,5 milioni di euro per i prossimi tre anni, ai quali si aggiungeranno le risorse messe a disposizione dall’associazione Neurothon Onlus. L’équipe del prof. Vescovi verrà
ospitata nei laboratori dell’ospedale di Niguarda, grazie anche a una convenzione con il Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università Milano Bicocca.

«L’attenzione di Regione Lombardia verso le malattie neurodegenerative come la Sclerosi Laterale Amiotrofica, l’Alzheimer o la Sclerosi Multipla – ha detto Formigoni – è dovuta
soprattutto al preoccupante aumento dell’incidenza di queste malattie che tutt’ora non hanno possibilità né di prevenzione né di cura, e che sconvolgono in maniera spesso
drammatica la vita dei pazienti e quella dei loro familiari.
Ecco perché abbiamo deciso per questo sostegno finanziariamente importante nei confronti del lavoro del prof. Vescovi, una delle più autorevoli voci mondiali in questo
campo». Formigoni ha quindi sottolineato la metodologia di questa iniziativa e l’importanza che avrà anche nel combattere la «fuga dei cervelli» dal nostro paese.
«Siamo di fronte alla concreta applicazione del principio di sussidiarietà in ambito sanitario
– ha spiegato – per recuperare i valori che stanno all’origine dell’assistenza ai malati. L’alleanza strategica nonché necessaria tra fondi pubblici e privati per far vivere queste nuove
strutture multidisciplinari di ricerca è infatti l’unica possibilità di poter competere con i grandi paesi nel campo della ricerca. Con questo progetto, intendiamo portare la
nostra realtà al cuore della ricerca scientifica per evitare le fughe dei cervelli, ma anzi per diventare polo di attrazione per scienziati e giovani ricercatori».

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Bresciani per «un’iniziativa che va ad arricchire in maniera straordinaria il Piano regionale di ricerca sulle staminali. Con questo
progetto, che vede alleato il sistema sanitario e quello universitario, ci stiamo muovendo decisamente verso il futuro». «Auguro quindi al prof. Vescovi e alla sua équipe –
ha concluso Bresciani – di vincere questa sfida e di portare la Lombardia e l’Italia ai primi posti nel mondo nel campo della ricerca sulle staminali».

Il prof. Vescovi dal canto suo ha spiegato come la ricerca – già sperimentalmente a buon punto – sia indirizzata essenzialmente alla costruzione di veri e propri «pezzi di
ricambio» (creati partendo da cellule staminali) da trapiantare in quelle zone di cervello danneggiate dalla malattia. «In alcuni casi però questo non è sufficiente –
ha aggiunto – e per questo stiamo sviluppando anche il lato della bioingegneria e della nanotecnologia, che ci permetterà di utilizzare al meglio le staminali».

Attualmente in Italia le malattie neurodegenerative colpiscono all’incirca l’1,5 % della popolazione e si prevede che raddoppieranno nei prossimi 50 anni, complice anche la maggior aspettativa
di vita. I malati di Sclerosi multipla sono attualmente 52.000, con 1.800 nuovi casi all’anno, mentre la Sclerosi laterale amiotrofica registra circa 7.000 casi accertati con 1.500 nuovi casi
all’anno, e l’Alzheimer vede 901.000 persone affette. (Ln)

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