Social mapping, sempre rintracciabili col gps caricato sul cellulare
4 Novembre 2007
WASHINGTON – Sempre rintracciabili grazie al cellulare: è questa la nuova moda che sta prendendo piede negli Stati Uniti, in particolare tra i giovani, grandi consumatori di
comunicazioni telefoniche via cellulare, con solo tre dollari al mese oggi possono sapere esattamente dove si trovano i loro amici senza avere più nemmeno bisogno di chiamarli.
Perché ci pensa il cellulare a far comparire automaticamente sul display la mappa geografica corrispondente, all’interno della quale pulsa il punto in cui si trova colui che sta
ricevendo dal satellite quel segnale. In fatto di telefonini, è questo l’ultimo fenomeno che si sta diffondendo tra i ragazzi americani. I quali, stando almeno a quanto riporta oggi il
New York Times, ne sono entusiasti. Perché – dicono – hanno modo di essere «più connessi di prima» col mondo circostante.
L’idea venne, due anni fa, a uno di loro, Sam Altman, studente alla Stanford University allora ventenne, innamorato di telecomunicazioni e business. Come lui stesso ha raccontato al New York
Times, si rese conto che una delle domande più frequenti di una telefonata è questa: «Dove sei?». Allora cominciò a pensare a come «superarla»
automaticamente. E gli venne questa idea: dotare due cellulari di Gps (Global Positioning System). Il sistema funziona come tutti Gps utilizzati in navigazione: legge cioè via satellite
l’esatta posizione di colui che riceve il segnale di chiamata e scarica sul display di chi chiama la mappa geografica con la posizione. «Dove sei?» diventa quindi una domanda
retorica, superata. Perché chi chiama lo sa già.
Altman due anni dopo ha fondato Loopt. Oggi, a 22 anni, si ritrova a capo di uno dei principali fornitori del nuovo servizio tanto di moda: al costo di tre dollari al mese Loopt vende a
chiunque possegga un telefono compatibile la possibilità di sapere dove si trovino i suoi amici in quel preciso momento. E i telefonini ‘compatibili’ negli Stati Uniti sono oggi il 55%
del parco esistente.
«Le persone – dice Altman – vogliono essere connesse». I numeri gli danno ragione. Ma non tutti sono d’accordo con lui. Perché il suo servizio arriva a minare in modo
preoccupante la privacy delle persone, istituendo nei fatti quella che è nella società americana una rintracciabilità permanente continua.
«Non sappiamo quali siano le implicazioni» dice al New York Times Kevin Bankstone, avvocato presso la Electronic Frontier Foundation. «Sembra che ci avviciniamo a un periodo
in cui la gente si controlla sempre più da vicino. E ci sono rischi per la privacy che non abbiamo ancora iniziato ad affrontare».
I ragazzi sembrano entusiasti: e possono sempre decidere chi lasciare fuori dal gruppo di social-mapping, mamma e papà ad esempio. Ma il servizio non è esente da inconvenienti. E
se la moglie o il marito decidono di spegnere all’improvviso il servizio? Quali conseguenze si devono trarre? E se il capo chiede all’impiegato di usare il servizio, lui può
legittimamente rifiutarsi?
«La componente grande fratello è forte» commenta sempre al quotidiano newyorkese Charles Golvin, analista wireless per la Forrester Research. «Se i miei amici possono
trovarmi, allora anche la mia compagnia telefonica sa sempre dove sono». Ma questo, forse, non sta bene proprio a tutti.
(23 ottobre 2007)