Si cerca di difendere l'ortofrutta
18 Marzo 2007
Ovviamente all’incontro ha partecipato, per il governo, il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Paolo De Castro, oltre ai sottosegretari al ministero dello sviluppo
economico, Paolo Giaretta e al ministero della salute, Giampaolo Patta. Presenti una delegazione del coordinamento degli assessori regionali all’agricoltura e i rappresentanti dei sindacati e
delle associazioni di categoria del settore.
Dall’incontro purtroppo non è uscita ancora una posizione comune anche se va senz’altro registrato come dato positivo, la convergenza di Coldiretti e Confagricoltura su soluzioni
favorevoli al disaccopiamento totale.
“Il disaccoppiamento totale e immediato dei contributi comunitari dalla produzione è indispensabile per salvaguardare i produttori italiani di ortofrutta” ha ribadito Coldiretti Emilia
Romagna all’indomani del Tavolo.
«Secondo dati da noi elaborati – ha sottolineato il direttore di Coldiretti Piacenza Giovanni Roncalli – il disaccoppiamento parziale comporterebbe una perdita da 13 a 60 milioni di euro
per le imprese agricole, mantenendo le attuali diseconomie del settore. Inoltre non va dimenticato che il pomodoro da industria può rimanere una coltura interessante per gli agricoltori
solo se mantiene remuneratività: cosa che purtroppo con l’attuale sistema no n sta succedendo. Da qui il calo sia in termini di ettarato investito (dal 2004 ad oggi in Emilia Romagna ci
sono 10 mila ettari in meno di pomodoro) che di numero di imprese dedicate».
E a favore del disaccoppiamento si è schierata anche Confagricoltura, per voce del suo stesso presidente Federico Vecchioni: «Occorre garantire la crescita del settore
ortofrutticolo attraverso scelte nazionali coraggiose. Due sono le linee da seguire: il rilancio dell’aggregazione dell’offerta, attraverso il rafforzamento del quadro finanziario e regole
semplici, e la cessazione di ogni legame tra prezzo di mercato e sostegno, tramite il disaccoppiamento totale».
«Abbiamo confermato – spiega Luigi Sidoli, direttore di Confagricoltura Piacenza – la scelta el disaccoppiamento consapevoli del fatto che sia l’unico modo, dopo vari tentativi attuati
nel corso di due riforme, che sia l’unico modo per attribuire gli aiuti agli agricoltori»
Altre posizioni molto tiepide
Molto più tiepide le posizioni di Fedagri e della Cia, confederazione italiana agricoltori. Infatti sia il presidente di Fedagri Paolo Bruni, che quello della Cia Giuseppe Politi si sono
espressi a favore di un “atterraggio morbido” per le aziende.
Claudia Molinari