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Ricerca in Piemonte, Ferrero: «ma la Regione dà i soldi alle aziende o ai consulenti?»

By Redazione

Torino – “Quelli che l’assessore Bairati sostiene essere fondi destinati alla ricerca, non vanno alle imprese ma in gran parte ai consulenti”. Così Caterina Ferrero, consigliere
regionale di Forza Italia, commenta la vicenda che vede una forte prevalenza di richieste per consulenza finanziaria, presentate per il bando scaduto a metà settembre e gestito da
Finpiemonte.

“Se sono vere le notizie apparse su organi di stampa – dice Ferrero, che ha presentato una interpellanza urgente alla Giunta per chiarire la questione – una buona parte delle domande di
finanziamento pervenute è relativa alla consulenza per l’accesso al credito. Non che questo non sia un problema per le Pmi, però non si può dire che si danno i fondi alla
ricerca e poi ammettere una tipologia di interventi completamente diversa. Ancora pochi giorni fa l’assessore Bairati si vantava di aver attivato questa misura a cui sono stati assegnati 6
milioni di euro. Ma quanti, di questi soldi, alla fin fine, andranno davvero per la ricerca industriale?”.

Infatti l’assessore Bairati aveva dichiarato che le richieste alla prima scadenza del bando, lo scorso 15 settembre, avevano superato il budget iniziale.

“Purtroppo sembra si tratti – commenta Ferrero – di interventi totalmente estranei alla ricerca, e se così fosse spero che adesso la Regione, per porre rimedio al pasticcio, voglia non
solo bloccare i bandi già previsti da novembre in avanti, ma sospendere completamente la procedura e non assegnare fondi a scopi completamente diversi da quelli previsti. A me sembra che
il meccanismo del “voucher” con un massimo di 30mila euro sia del tutto inadeguato per lo scopo che si prefigge: non si può pensare che un serio progetto di ricerca costi così
poco. Non so se si debba ridere o piangere per il fatto che Finpiemonte, per valutare le richieste, ha addirittura mobilitato un luminare come il prof. Giarda”.

L’esponente azzurra sottolinea inoltre “l’evidente conflitto d’interesse in cui viene a trovarsi Finpiemonte, per la massiccia presenza di domande istruite da Eurocons, l’organismo di
consulenza aziendale che dipende da Eurofidi, a sua volta partecipato proprio da Finpiemonte. Un intreccio che sarebbe bene evitare, perché altrimenti gli esclusi avranno forse qualcosa
da ridire rispetto a una “parentela” così stretta tra chi assegna i soldi e chi li riceve. Anche su questo tema attendo dalla Giunta un chiarimento esaustivo. Resta il fatto che per la
ricerca la GiuntaBresso ha fatto finora poco o nulla. Ci è voluto un anno e mezzo per assegnare i fondi della legge varata nel gennaio 2006, lasciando a bocca asciutta oltre la
metà delle domande ammissibili. Insomma, fondi carenti e quei pochi assegnati in modo molto discutibile”.

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