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Quote latte, l’UE all’Italia: devono pagare i produttori, non i cittadini

Quote latte, l’UE all’Italia: devono pagare i produttori, non i cittadini

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Sulle quote latte, l’Italia ha violato le norme dell’Unione Europea. Tuttavia, le multe devono essere pagate dai produttori non dai comuni cittadini, come successo finora. A dirlo è la Corte di Giustizia Europea. Secondo i magistrati, è presente un irregolarità ma il costo di questa “Sia effettivamente imputato ai produttori che hanno contribuito a ciascun superamento del livello consentito di produzione”.

Più chiaramente, all’Italia non si contesta il mancato pagamento della multa, ma il modo in cui è stata versata. Secondo gli esperti UE, l’Italia ha (giustamente) versato 1,3 miliardi di euro, senza però procedure al recupero a livello locale. Questo perché non è presente un principio di “Paga chi sbaglia” ed è assente un sistema che assicuri la riscossione. Inoltre, la Corte di Giustizia fa notare come i politici italiani non hanno messo in campo “In un lungo arco temporale (oltre 12 anni), i mezzi legislativi ed amministrativi idonei ad assicurare il regolare recupero del prelievo supplementare dai produttori responsabili della sovrapproduzione”.

Ora, la situazione si complica. Perchè la questione delle quote latte è del 1995, è molti produttori possono essere usciti dal mercato e non avere più i fondi per risarcire lo Stato. E per la brutta figura della politica. Era il 2009, ed il Ministro per le politiche agricole Zaia assicurò l’Italia di aver risolto la questione. In realtà, fanno notare gli esperti, dal 1 gennaio 2009 in effetti l’Italia ottenne dall’UE la fine del regime quote latte, ma rimase irrisolto il problema della “splafonatori”. Ora, i nodi sono arrivati al pettine.

Matteo Clerici

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