Prosek in mostra nella stanza degli orrori

18 Ottobre 2021
Dal Bordolino argentino nella versione bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore al Kressecco tedesco, oltre al Barbera bianco prodotto in Romania e al Chianti fatto in California, il Marsala sudamericano e quello statunitense sono – evidenzia la Coldiretti – solo alcuni esempi delle contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e liquori più prestigiosi e non mancano neppure i wine kit per ottenere improbabili liquidi da nomi inquietanti come Montecino. Mentre il Prosecco è fra i prodotti più bersagliati con la Coldiretti che ha smascherato il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi ma in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione Prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.
Il Prosecco – ricorda la Coldiretti – è la star mondiale delle bollicine grazie a un incremento delle vendite oltre confine vertiginoso negli ultimi anni con le esportazioni hanno superato il miliardo di euro con un aumento record del 32 % nei primi sette mesi del 2021che ne consolidano la leadership a livello mondiale in termini di volumi esportati davanti a Champagne e Cava. Gli Stati Uniti sono diventati il primo acquirente di bottiglie di Prosecco con un balzo del 49% ma l’incremento maggiore delle vendite – sottolinea la Coldiretti – si è verificato in Russia dove gli acquisti sono quasi raddoppiati (+ 92%) mentre in Germania guadagna il 28%, seguita dalla Francia (+15 %), il paese dello Champagne in cui le bollicine italiane mettono a segno una significativa vittoria fuori casa, nei primi sette mesi del 2021.
La produzione di Prosecco abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una produzione complessiva che quest’anno dovrebbe raggiungere il record di 700 milioni di bottiglie prodotte – continua la Coldiretti – dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco. Intanto resta poco più di un mese per bloccare la domanda di riconoscimento del Prosek croato e tutelare il vero Prosecco. Quello croato – spiega la Coldiretti – è un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia per il quale Zagabria chiede di registrare una “menzione tradizionale”. La richiesta per il Prosek è un precedente pericoloso che – afferma la Coldiretti – rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione dai falsi.
Ci sono però le premesse per vincere questa battaglia in Europa – sottolinea la Coldiretti – grazie alla recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati come la star delle bollicine italiane. Da scongiurare – continua la Coldiretti – sono anche i recenti orientamenti di Bruxelles nei confronti dei prodotti base della dieta mediterranea come il vino con l’ipotesi di etichette allarmistiche per disincentivarne il consumo e lo stop anche ai sostegni alla promozione. Un danno incalcolabile – conclude la Coldiretti – per un prodotto come il vino che realizza ben oltre la metà del fatturato all’estero per un valore di 7,2 miliardi stimati nel 2021, in aumento del 15% nel primi sette mesi di quest’anno.