Polenta di Storo in tavola: una eccellente tradizione invernale

(vedi anche altri articoli di Newsfood.com su Storo)
Tradizione invernale, c’è la polenta di Storo in tavola
Dal granoturco al frumento, dalla polenta al guinness del filone di pane.Dicembre mese di nebbie, di sole schietto e freddo, luminosità, mercatini, camino e….polenta.
Polenta di Storo, la tradizione

L’Oro di Storo
La tradizione vuole che a tavola la polenta sia contorno ma anche piatto unico abbinato a carne e verdure, formaggi e salumi. Storo, nella valle del Chiese, lungo la strada che da Brescia porta a Madonna di Campiglio è diventata la capitale italiana della polenta, una specie di Denominazione Comunale che nella immagine e realtà collettiva si associa sempre più al famoso granoturco Nostrano, da cui si ottiene la farina di un giallo intenso a grana fina o a grana grossa ( a seconda dell’uso) e quindi la polenta, sia lenta che più asciutta. La differenza di consistenza è una ricetta di famiglia di ogni “ polenter” i maestri e ambasciatori di Storo. Ma Storo non è più solo granoturco. Ri-nasce a Storo una varietà particolare di frumento, il Bologna, da cui si ottiene una farina semintegrale naturale.

Farina di polenta di Storo – Agri90
Ri-nasce anche la tradizione del fare il pane di una volta, il filone, composto da farina di grano, un 10-12% di segale ( sempre prodotta in zona), con l’aggiunta di alcuni chicchi di castagne. Un pane scuro che vuole battere il guinness dei primati: i panettieri da Bleggio a Ledro sono allertati, stanno preparando tutti gli arnesi, i fuochi di carbone, il grande tubo-forno, oltre 300 persone di addetti per fare il pane-filone più lungo al mondo, oltre 1000 metri interi, cotto in una volta sola, il prossimo anno. Sono già in allenamento con i vecchi “ carbonari” che ancora oggi creano le “carbonere” nel bosco.

Storo pannocchie sui terrazzi al sole
A dicembre androni e cortili tornano ad animarsi di colori e sapori in una atmosfera allegra e intensa. Per le vie di Cimego e di Storo si sentono i profumi di cucina provenire dalle case, il tepore del fuoco esce dalle finestre e il borgo medioevale e storico di Quartinago di Borgo Chiese si arricchisce del mercatini di Natale fino all’8 gennaio 2017, alimentari e artigianato.
Cimego, paese delle streghe, fa festa con musiche e concerti per grandi e bambini, mentre Brione allestisce il Presepe vivente più grande del Trentino. La farina di Storo racconta una antica storia di tuto il territorio, unisce più valli attorno ad una tavola imbandita, da Tione, da Trento, da Rovereto. In questo periodo la valle del Chiese attrae visitatori ovunque.
Tutti hanno una fermata d’obbligo, a Storo, alla cooperativa Agri90 per acquistare tanti piccoli e grandi regali da scambiarsi durante le Festività, molti biologici, prodotti dai giovani associati della cooperativa nei propri campi. Dai biscotti di farina gialla alle composte e confetture di verdure come quella del radicchio dell’orso, ortaggi e frutta di montagna, dagli sciroppi artigianali alle grappe, dai vini alle mostarde, dai crauti al pesce salmerimo. Per noi, oltre alla farina di polenta un premio, un grande premio al sapore, al gusto, alla genuinità lo meritano le gallette di granoturco nostrano di Storo, a marchio Agriletta.
Oggi sul mercato ci sono tantissime gallette di mais ( e di riso), la moda o la necessità del senza glutine per questione allergenica. Ebbene l’Agriletta è un prodotto altamente energetico, ma senza grassi, un rapporto carboidrati e proteine di quasi 1 a 2 e un altissimo contenuto di vitamina A, utile per la vista e per la sanità della pelle. Un rimedio e un terapeuta naturale anche come cofattore enzimatico.
Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Docente Contratto Distretti Produttivi-Turistici
Mob +393496575297
Articolo del 2016 ottimizzato seo il 27/11/2019