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Pil: per l’agricoltura è sempre emergenza, imprese alle corde

Pil: per l’agricoltura è sempre emergenza, imprese alle corde

By Redazione

Nonostante l’aumento congiunturale del quarto trimestre 2009, il valore aggiunto agricolo dovrebbe segnare per lo scorso anno, in termini tendenziali, una flessione del 5 per cento. Il presidente
delle Cia Giuseppe Politi: la situazione resta allarmante. Grandi difficoltà per i produttori. Servono interventi concreti e tempestivi e un nuovo progetto di sviluppo.
 
“Nonostante l’aumento congiunturale del valore aggiunto agricolo, di cui ancora non si conosce l’entità, la situazione dell’agricoltura italiana resta molto grave, anche perché, in
termini tendenziali, si preannuncia una flessione durante l’intero 2009 del 5 per cento. E tutto ciò è un ulteriore campanello d’allarme che mette in evidenza tutte le
difficoltà e i problemi che oggi sono costretti ad affrontare i produttori agricoli del nostro Paese, sempre più stretti dai costi produttivi, dai gravosi oneri contributivi e dalla
mancanza di una politica realmente efficace e concreta, da redditi in caduta verticale”. E’ quanto ha evidenziato il presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe
Politi in merito alle stime preliminari rese note oggi dall’Istat sul Prodotto interno lordo (Pil) nel quarto trimestre del 2009.

“I dati Istat, pur in presenza del segno positivo del quarto trimestre dello scorso anno, confermano – ha rimarcato Politi – i problemi pesanti per le imprese agricole italiane che non riescono
ad operare con la dovuta efficacia. Un quadro complesso verso il quale bisogna intervenire in maniera realmente concreta. Da tempo sollecitiamo misure per ridurre i costi (“accisa zero” sul
gasolio per tutte le aziende e fiscalizzazione degli oneri sociali). Al momento, però, non sono venute risposte. Allo stesso modo abbiamo chiesto l’avvio di un nuovo progetto di sviluppo
che si può delineare nella Conferenza nazionale dell’agricoltura che va effettuata in tempi brevi”.

“Praticamente, il trend dell’agricoltura – ha aggiunto il presidente della Cia – è in linea con il rallentamento generalizzato e pesante dell’economia nazionale, anche se i problemi del
settore, come più volte denunciato, rischiano di aggravarsi ulteriormente se non si interviene in maniera realmente efficace e tempestiva”. La riduzione del 5 per cento del valore aggiunto
agricolo nel 2009 -come rileva anche l’Ismea- è frutto di una contrazione della produzione agricola (meno 3,2 per cento) e di una riduzione dei prezzi all’origine (meno 12,4 per cento).
Dati negativi ai quali si aggiunge il crollo (meno 25,3 per cento) dei redditi degli agricoltori.

In particolare, il 2009 è risultato negativo – come sostiene l’Ismea – per il settore del frumento, in forte contrazione sia sul fronte dei prezzi (meno 43 per cento per il duro, meno 35
per cento per il tenero) sia su quello delle produzioni (meno 29 per cento per il duro, meno 24 per cento per il tenero), per effetto dei minori investimenti. Analogamente, la contrazione dei
prezzi medi nel settore lattiero caseario (meno 12 per cento) si è riflessa in un calo delle consegne di latte e, conseguentemente, in una riduzione di offerta di formaggi (meno 19 per
cento) e burro (meno 16 per cento).

Tra le produzioni mediterranee, solo gli ortaggi – segnala la Cia in base ai dati Ismea – evidenziano una crescita complessiva delle produzioni (più 6 per cento) ed un contestuale aumento
dei prezzi medi (più 11 per cento). Consistenti flessioni dei listini, invece, si registrano per il vino (meno 22 per cento), la frutta (meno 13 per cento) e l’olio (meno 15 per cento),
che segna anche un calo accentuato in termini di produzione (meno 23 per cento).

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