Piano sanitario piemontese
4 Ottobre 2007
Torino – Sulla “maratona” in Consiglio regionale, dopo la decisioni della Giunta di forzare i tempi di approvazione del Piano socio-sanitario regionale, i capigruppo di opposizione hanno
rilasciato la seguente dichiarazione.
“Da Giunta e maggioranza – osservano Angelo Burzi (Fi), William Casoni (An), Oreste Rossi (Lega Nord), Deodato Scanderebech (Udc), Maurizio Lupi (Dc -Ind.Mpa), Stefano Monteggia (Gruppo Misto)
– registriamo qualche timido segnale di apertura, che vogliamo interpretare come una maggiore consapevolezza circa il fatto che, in democrazia, i problemi politici si affrontano e risolvono con
metodi politici, non certo ricorrendo ai codicilli. Dopo numerose sedute di Consiglio, con l’opposizione compatta costretta a contrastare una scelta ingiusta e immotivata della Giunta, siamo
esattamente al punto di due settimane fa, quando la presidente Bresso decise di interrompere la discussione, niente affatto dilatoria, in Commissione Sanità.
Abbiamo da tempo presentato alcune proposte concrete, che consideriamo irrinunciabili, per cercare di attenuare l’impatto negativo sulla sanità piemontese della scelte della Giunta;
scelte che non condividiamo nei principi di fondo e nell’impostazione. Ora la stessa Giunta ha detto che intende finalmente esaminare le nostre richieste, con ciò dimostrando che non si
tratta di elementi pretestuosi ma di merito, che attengono aspetti fondamentali del Piano. Se questo sia un inizio di cedimento rispetto agli atteggiamenti “gladiatori” tenuti fino a ieri, lo
valuteremo nel concreto senza pregiudizi. Ribadiamo però che la correttezza dei rapporti istituzionali esclude che la controparte possa essere insultata con termini come spergiuri,
corrotti e fascisti. Nel dubbio che qualcuno ci consideri intimoriti, ribadiamo la nostra richiesta di scuse alla presidente Bresso.
Inoltre, ciò che consideriamo inaccettabile, e lo dichiariamo fin da ora, è che Bresso e la maggioranza, se deciderà di seguire anche questo ultimo diktat presidenziale,
pretendano di cambiare le regole del gioco, scritte e consuetudinarie, a partita iniziata. Siamo assolutamente indisponibili a ogni valutazione su interpretazioni più o meno fantasiose
del regolamento che si allontanino da una prassi consolidata, in base alla quale l’aula si è regolata per anni, anche nel corso del decennio in cui il centrodestra era in maggioranza”.