Petrolio: «la corsa al rialzo penalizza l'agricoltura»
11 Marzo 2008
La nuova forte impennata dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali, che ha fatto segnare ulteriori record per gasolio e benzina, continua ad avere conseguenze pesantissime per le
imprese agricole che vedono aumentare in maniera rilevante i costi di produzione e, quindi, diminuire i redditi che già nel 2007 erano scesi dello 0,9 per cento.
Una corsa frenetica che sta trascinando con sé anche il grano le cui quotazioni, dopo giorni di calo, sono tornate a salire. Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori
fortemente preoccupata per l’escalation della «bolletta energetica» per l’agricoltura e delle materie prime che condizionano l’attività imprenditoriale agricola.
Già nel 2007 -ricorda la Cia- gli agricoltori hanno dovuto fare i conti con i crescenti costi di produzione (più 6,1 per cento), previdenziali e burocratici. E quelli relativi al
carburante hanno inciso in maniera allarmante. Basti pensare che le aziende hanno dovuto sborsare 200 milioni di euro in più rispetto al 2006 a causa delle continue lievitazioni del
petrolio. Una cifra che su base annua potrebbe arrivare a 300 milioni di euro.
Non solo. Ad aggravare i costi produttivi delle imprese -rimarca la Cia- c’è la crescita vertiginosa delle materie prime. Oltre alla lievitazione del prezzo mondiale del grano, dietro
cui si nascondono manovre speculative, si è registrato, a gennaio scorso, un incremento del prezzo dei mangimi: oltre il 23 per cento rispetto all’analogo periodo del 2007. Rincari si
hanno anche sul fronte delle sementi aumentate del 5 per cento e soprattutto dei fertilizzanti che hanno registrato un aumento del 26 per cento.
Le imprese che più hanno risentito dei rincari energetici -sostiene la Cia- sono quelle che usano il gasolio per riscaldare le serre in cui coltivano ortaggi, fiori e piante. Ma anche
nella zootecnia i consumi di combustibile hanno fatto sentire i loro effetti, soprattutto per quello che concerne il riscaldamento delle stalle e gli impianti di mungitura. Stesso discorso per
le macchine agricole, il cui utilizzo ha fatto crescere gli oneri alla voce carburanti.
Per quanto riguarda, invece, l’impatto degli aumenti delle materie prime, i settori agricoli maggiormente colpiti da questa corsa al rialzo -conclude la Cia- sono state le imprese di
allevamento e quelle che coltivano frumento, riso, mais e ortofrutta.