Perugia: Nasce il bollino di qualità per sagre e feste popolari

9 Maggio 2016
A Perugia, le sagre e feste popolari potranno avere il bollino di qualità. A rilasciarlo il Comune, a condizione che le manifestazioni che ne fanno richiesta possano dimostrare di avere investito almeno 3.000 euro degli incassi dell’anno precedente in opere realizzate a favore della comunità locale, oppure di voler limitare, per l’edizione futura, l’offerta gastronomica a due soli piatti per portata incentrati sulla riscoperta della tradizione gastronomica locale.
Incontriamo l’Assessore al Commercio, Artigianato e Mobilità del Comune di Perugia, Cristiana Casaioli, che dall’anno scorso è impegnata nella modifica e attuazione del regolamento comunale in materia.
Assessore, quali sono gli obiettivi del marchio “Sagra e Festa popolare di Qualità”?
“La nostra amministrazione –sono le parole dell’Assessore Casaioli- crede moltissimo al ruolo delle associazioni del territorio come elemento indispensabile di congiunzione tra l’amministrazione e i cittadini. Con il regolamento prima e, quindi, con il bollino di qualità intendiamo proprio favorire le forme di coesione sociale, di associazione e di aggregazione che si attivano spontaneamente nel nostro territorio con l’obiettivo di promuovere, da un lato, la coesione sociale tra gli abitanti di un territorio, dall’ altro, la valorizzazione del territorio stesso nelle sue peculiarità culturali e enogastronomiche.”
Quali sono i vantaggi che il bollino dà agli eventi che lo avranno?
“Nel comune di Perugia ci sono 56 manifestazioni, fra sagre e feste popolari, ognuna con una sua caratteristica, un suo prodotto tipico. Abbiamo voluto riconoscerle come espressioni di identità territoriale, premiando quelle che esistono da più tempo, limitandone la sovrapposizione territoriale e temporale per fare in modo che non siano in contrapposizione, ma anzi si integrino con il tessuto economico del territorio e con questo agiscano in modo sinergico.
Quelle che otterranno la certificazione etica di qualità potranno fregiarsene nel loro materiale pubblicitario oltre ad essere inserite nell’apposito spazio dedicato nel sito istituzionale del Comune e nel portale Turismo e Cultura dell’ente. Una significativa occasione di visibilità se si considera che i due portali contano, rispettivamente, 3 milioni e 2 milioni di visitatori all’anno, con un picco nel periodo da aprile a ottobre, che è quello più interessato dagli eventi.
Inoltre, è partita in questi giorni anche la campagna di comunicazione “La qualità è Sagra”, che mira a favorire una maggiore e più completa informazione, tanto per gli operatori che per il pubblico. I primi, infatti, avranno a disposizione presso gli uffici comunali addetti una brochure cartacea, una sorta di “manuale per le istruzioni” pratico e facilmente consultabile, mentre tutta la modulistica e le informazioni per l’organizzazione dell’evento saranno anche online sul portale dell’ente, direttamente scaricabili.
Contemporaneamente, sono state e saranno attivate iniziative di promozione nei riguardi del pubblico al fine di generare una maggiore consapevolezza sulla qualità e la valenza etica delle sagre e feste popolari e, quindi, una scelta coerente.

Perché tutta questa attenzione alle sagre e feste popolari?
Come dicevo prima, il legame di questi eventi con il territorio è strettissimo, da un punto di vista sociale, storico-culturale e anche economico. La sagra è il culmine di un’attività che le associazioni portano avanti localmente, che dura tutto l’anno e che funge da strumento di coesione sociale tra i membri della comunità, di unione tra generazioni diverse e di salvaguardia e trasmissione di valori autentici. Se pensiamo che la parola stessa “Sagra” deriva da “Sacro” ed ha la stessa radice etimologica di “Sagrato”, ovvero il luogo in cui si celebravano nell’antichità le feste e le cerimonie religiose, posto davanti alle chiese e ai templi, già ci possiamo rendere conto di quanto si tratti quasi di un rito che fa parte della nostra tradizione, un rito che anche oggi si rinnova.
Affinchè, tuttavia, l’opera di valorizzazione del territorio e della sua cultura sia valida è necessario che sia anche coerente in termini di richiamo alla tradizione e di qualità, nell’interesse del visitatore, ma anche degli operatori stessi.
Per questo il Comune di Perugia, in accordo con le associazioni di categoria, le proloco e i vari soggetti a diverso titolo interessati, ha ritenuto non solo opportuno ma anche necessario dotarsi di un regolamento, a partire dalla legge regionale in materia.
Chiara Danielli
Redazione Newsfood.com