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Per i panificatori è stata una buona Pasqua

By Redazione

E’ stata una buona Pasqua per i panificatori artigiani, un rapido sondaggio presso i presidenti di associazioni territoriali del Nord, del Centro e del Sud, sull’andamento delle vendite nel
periodo pasquale ha registrato una netta prevalenza di risposte positive.

Non bastano, evidentemente, a schiarire l’orizzonte, come ha sottolineato qualche panificatore, ma fissano comunque un risultato apprezzabile, nonostante le premesse fossero davvero non
ottimali. Il lavoro invece c’è stato, il prodotto artigianale è stato apprezzato, la qualità ha fatto premio quasi ovunque.

Ecco una breve panoramica delle risposte ottenuto dall’Arte Bianca su tema: com’è andata a Pasqua?

Luciano Scarlatta, presidente dell’associazione panificatori della provincia di Aosta.
E’ andata decisamente bene. C’è stato un consistente afflusso di turisti e i residenti non sono ‘scappati’. Perciò abbiamo lavorato veramente bene. I prodotti artigianali e
soprattutto le ‘colombe’ sono stati premiati da consumatori attenti soprattutto alla qualità. Per quanto riguarda il pane, direi che la situazione è normale. Dopo le feste un calo
delle vendite in questo comparto è normale e scontato.

Antonino Carlino, presidente dell’associazione provinciale di Biella.
Abbiamo lavorato molto bene, con i dolci e anche con il pane. La maggior parte della gente non si è mossa da casa e si è organizzata la sosta pasquale alla vecchia maniera,
festeggiando in famiglia. Questo, ovviamente, ha portato anche per noi a un aumento della domanda. La vigilia di Pasqua, alle 13,30 stavo ancora infornando pane. Hanno avuto molto successo
anche le colombe, classiche e farcite. La gdo vendeva quelle industriali a 2 euro il chilo, ma i consumatori hanno dimostrato di saper apprezzare le nostre, rigorosamente artigianali, offerte a
16 euro il chilo. Ed è andata molto bene anche la pasticceria secca.

Roberto Actis, presidente dell’associazione provinciale di Alessandria.
Abbiamo visto un po’ di movimento in più la settimana prima di Pasqua. Non sono più i «tripli» di una volta, ma è stato già qualcosa. Abbiamo avuto una
bella campagna con le colombe e con le ‘lingue di suocera’, classiche delle nostre parti, fatte con la pasta del grissino e sale. Per quanto riguarda il pane, da settembre in avanti è
stata una tragedia. La campagna mediatica ha davvero fatto danni. Tempo fa, su un quotidiano nazionale, aveva pubblicato un articolo accompagnato da tabelle con i prezzi delle materie prime,
secondo il quale il pane si sarebbe potuto vendere a 60 centesimi. Ho portato in laboratorio un cliente amico, gli ho messo davanti le stesse materie prime citate dal giornale (farina, strutto,
lievito e sale) e gli ho detto: «Mangia, poi passi alla cassa e mi lasci 60 centesimi».

Massimiliano Valsecchi, presidente dell’associazione provinciale di Lecco.
Dal mio punto di vista, è stata una Pasqua molto «tranquilla». Anche se in queste festività si dovuta fare la panificazione doppia o tripla, il pane mantiene una
tendenza generalmente in calo; per le colombe la situazione resta più o meno stabile: non è che se ne siamo fatte di più quest’anno, rispetto alla Pasqua 2007. E anche per
gli altri prodotti tradizionali del periodo, come uova di cioccolato e simili, non ci sono più le vendite degli altri anni, neppure per i prodotti di marca come quelli che offro nel mio
negozio: il mercato è in mutazione e penso che per gli acquisti del prossimo anno dovrò farci qualche pensierino.

Emilio Bonseri, presidente dell’associazione provinciale di Cremona.
E’ stata una buona Pasqua per i panificatori. Abbiamo lavorato bene con le colombe, con tutti i prodotti della pasticceria, fresca e secca, e anche con il pane. Tutta quella pubblicità
negativa scaturita dalle polemiche sui prezzi del pane, secondo me non ha avuto effetti particolari. Abbiamo sofferto un po’ in novembre e in dicembre ma ora, a mio parere, le cose si sono
assestate e stiamo andando abbastanza bene.

Tullio Leonardi, presidente del sindacato provinciale di Mantova.
Direi che è andata piuttosto bene. Abbiamo lavorato molto bene con la colomba, che ha raggiunto livelli qualitativi avvero molto elevati. Ci eravamo del resto preparati bene: un mese
prima di Pasqua abbiamo organizzato un corso di due giorni per consentire ai nostri fornai un aggiornamento tecnico su questo tema e devo dire che siamo stati premiati, nonostante gli
incredibili prezzi della gdo. Noi offrivano le colombe a 18 euro il chilo e sono andate via senza difficoltà. Il che conferma che, quando presenti un prodotto valido, la gente lo sa
riconoscere ed è disposta a pagarlo per quel che vale. E’ andato molto bene anche il pane. Nonostante il tempo poco clemente, nei giorni di Pasqua abbiamo avuto un forte afflusso di
turisti ‘nostrani’, giunti con centinaia di camper nelle aree attrezzate dal comune. E questo, naturalmente, ha portato un aumento della domanda.

Vinceslao Ruccolo, presidente dell’associazione provinciale di Chieti.
C’ stato un discreto lavoro. Qui da noi le feste di questo periodo cominciano il 19, con la celebrazione di San Giuseppe, perciò il lavoro si è ‘spalmato su quattro giorni. Come
al solito, sono andati forte i prodotti tipici, i dolci tradizionali delle nostre parti, in particolare quelli che chiamiamo le ‘forme di pupe’, cioè bambolette. In realtà si
tratta di dolci di pasta di mandorle, cioccolato e uova, decorati, ai quali si danno forme particolari: animali, cuori… Anche il pane è andato un po’ meglio rispetto agli altri giorni,
ma non servivano certo tre persone per servire al banco.

Edmondo di Mambro, presidente dell’associazione panificatori del Molise.
La mia azienda non produce dolci. Personalmente, dunque, posso valutare il mercato di Pasqua solo in base ai risultati ottenuti con il pane. E posso dire che in questo comparto abbiamo lavorato
bene, meglio di quanto ci aspettassimo, decisamente meglio che gli altri anni, con parecchie infornate in più. Ci ha aiutati anche il clima: con il maltempo che abbiamo avuto, e che era
stato previsto, molta gente ha rinunciato ad andarsene in giro ed è rimasta a casa. Questo, evidentemente, ha favorito le vendite.

Franco Muci, presidente dell’associazione provinciale di Lecce.
Giudizio positivo. La Pasqua è andata bene, soprattutto con i dolci tipici delle nostre parti, come gli «agnellini», dolci tradizionali fatti con la pasta di mandorle.
Abbiamo venduto anche colombe, ma poche: la gdo le vendeva a 1,99 il chilo, una somma con la quale noi non paghiamo nemmeno il cartone dell’imballaggio. Ed è andato bene anche il pane,
ma non è certo con questi sporadici miglioramenti che possiamo pensare di risolvere i nostri problemi. Dalle nostre parti, da settembre a oggi le vendite di pane sono calate di un buon
20 per cento. E di questo dobbiamo ringraziare soprattutto la campagna mediatica contro gli aumenti dei prezzi.

Angelo Tirrito, presidente dell’associazione di Enna.
Direi che abbiamo avuto un andamento discreto. Insomma: ci siamo difesi. Un po’ con le colombe, un po’ con il pane di San Giuseppe, quella ciambella che fa parte delle nostre tradizioni di
questo periodo. E un po’ anche con le gallette dolci. Personalmente sono abbastanza soddisfatto. Anche perché si è dimostrato un’altra volta, che l’artigiano che sa lavorare anche
con la testa si può difendere bene nonostante i problemi posti da un mercato come quello dei giorni nostri.

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