Pendolari: il 70,2% sceglie l'auto
27 Novembre 2007
In Italia i pendolari sono più di 13 milioni e, fra il 2001 e il 2007, sono aumentati del 35,8%, a un tasso medio annuo del 6% pari a un incremento di 3,5 milioni di persone, a renderlo
noto è l’indagine del Censis sul pendolarismo, che fa il punto della situazione sulle dimensioni, sui costi e sulle tendenze del fenomeno.
Dai dati del Censis si comprende come il numero dei pendolari cresca a livello esponenziale: nel 1991, infatti, i pendolari erano 8,7 milioni e nel 2001 erano aumentati dell’1% all’anno
(superando i 9,6 milioni). Nel 2005, però, il numero si era assestato sugli 11 milioni, fino a raggiungere nel 2007 la cifra record di 13 milioni, pari al 22,2% della popolazione
italiana.
Ma perché gli italiani si sottopongono quotidianamente al calvario degli spostamenti?
Ovviamente la motivazione principale che spinge a muoversi è il lavoro ed essa è condizionata da almeno tre fattori: in primo luogo in Italia gli occupati aumentano, passando dai
21,6 milioni del 2001 ai quasi 23 milioni attuali. Parallelamente cresce il numero degli studenti delle scuole secondarie di II grado e degli iscritti all’università (dai 4,2 milioni del
2001 ad oltre 4,5 milioni), ma soprattutto è determinante il fenomeno di “diffusione abitativa” che ha cambiato le concentrazioni urbane in molte aree del Paese.
A causa del boom del mercato immobiliare e dell’inarrestabile crescita dei prezzi, infatti, gli italiani si sono spostati dalle aree metropolitane (-4,8% tra il 1991 e il 2006), prediligendo i
comuni della prima cintura ( 9,3% tra il 1991 e il 2006) e, in misura ancora maggiore, quelli della seconda corona urbana ( 13,8%).
Per spostarsi, il 70,2% dei pendolari sceglie l’auto, mentre il treno è il mezzo prediletto di circa 2 milioni di persone (14,8%) che si devono spostare ambito locale e metropolitano.
Fanalino di coda dei mezzi di trasporto sono gli autobus extraurbani e le corriere, che detengono una quota di mercato pari al 10,7% e che vengono utilizzati per lo più dagli
studenti.
Secondo il Censis, il costo delle spese di trasporto in media è pari a 45,30 euro per gli utenti degli autobus extraurbani, a 49,20 euro per chi viaggia in treno e raggiunge i 109,50
euro per coprire le spese di benzina degli automobilisti.
Se a questo aggiungiamo l’autostrada e le spese di parcheggio, dunque, un pendolare può arrivare a sborsare 2.265 euro l’anno, ovvero il 10% di un reddito medio annuo.
In questo modo, gli automobilisti sostengono una spesa di 4 volte superiore rispetto ai colleghi che usano il treno, ma c’è un motivo: pur lamentando i disagi provocati da “code e
traffico congestionato”, il Censis sottolinea che lo sviluppo dei servizi di trasporto collettivo non si è mostrato finora al passo con la crescita della domanda di collegamenti fluidi
per arrivare a scuola, all’università, sul posto di lavoro. Se a ciò si aggiunge il fatto che i pendolari hanno segnalato “ampi margini di miglioramento” per alcuni aspetti del
servizio ferroviario quali la tutela da molestie e furti, le informazioni sul servizio, i tempi di attesa, la puntualità, il costo di biglietti e abbonamenti, forse si comprende
perché si preferisca pagare di più e spostarsi con l’auto privata.