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PDL, Fini: «scenario cambiato non è annessione»

By Redazione

«Rispetto a qualche mese fa lo scenario è cambiato, non si tratta di confluire in un partito che ha fondato qualcun altro, ma di fare insieme liste, programma, gerarchie e regole
che porteranno il Pdl da essere un accordo elettorale a diventare un unico soggetto politico» così Gianfranco Fini, che ha aperto la direzione nazionale di An con un tributo al
militare ucciso in Aghanistan Giovanni Pezzulo («un vero eroe«), ha risposto a chi gli ha ricordato le interviste fatte a dicembre in cui dichiarava che An non sarebbe mai entrata
nel Pdl.

«Da San Babila è cambiato tutto – ha spiegato Fini – non si tratta di un’annessione, ma siamo chiamati a contribuire alla formazione di un nuovo partito». Una svolta, ha
detto Fini, che «segna la fine della seconda Repubblica: An contribuisce da protagonista all’avvio della terza Repubblica». «E’ la prima volta – ha aggiunto – che un soggetto
politico nasce non per una scissione, per un accordo tra partiti o per un’alchimia, ma nelle urne per espressa volontà del popolo italiano». «Non si tratta di un fulmine a
ciel sereno», ha spiegato il leader di An, non è affatto «una accelerazione o una novità imprevedibile», il fatto è che il «popolo della
Libertà è il centrodestra italiano, è la costola italiana del Ppe europeo».

«L’identità – ha detto Fini – non può essere solo un simbolo grafico e non si difende conservandolo, altrimenti si tratterebbe di una identità debolissima.
L’identità è gerarchia di valori che si realizzano nei programmi, capacità di leggere la società italiana e di realizzare una sintesi proprio negli interessi dei
nostri cittadini. E i valori delle destra saranno pilastro del programma del Pdl. Sono i valori di Fiuggi che sono gli stessi del Ppe, già iscritti nel pantheon valoriale che abbiamo
discusso a Fiuggi» ha aggiunto.

«Vi chiedo – ha detto Fini rivolgendosi ai dirigenti di An – non una assunzione di responsabilità, ma di dimostrare la consapevolezza politica» per continuare «una
strategia che non è improvvisata», ma anzi affonda «le radici direttamente a Fiuggi, alla costituzione di Alleanza nazionale». «Non ci possono rimproverare
contemporaneamente di spostarci al centro e che il Pdl sposta il suo asse verso destra».
Ogni decisione, ha precisato poi Fini, dovrà essere presa dal congresso: «An decide il suo futuro esclusivamente all’interno di un congresso, che deciderà se dar corso, come
mi auguro, o non dar corso a un nuovo soggetto».

E sulla decisione di Casini di correre da solo, il presidente di An ha commentato: «Trovo incomprensibile che l’Udc non contribuisca a questo progetto: la sua è una scelta
sbagliata, dettata da valutazioni opposte all’interesse generale e degli elettori moderati che Casini dice di voler rappresentare».

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