Patuanelli e la riforma delle IG italiane … entro giugno 2022
Patuanelli e la riforma delle IG italiane
UE: riforma delle IG – Italia in prima fila – ministro Patuanelli ha avviato i contatti e il lavoro. De Castro relatore in Commissione UE .
Comolli: “Fondamentale che la riforma punti di più al legame distretto-indicazione-prodotto-uomo-ambiente”
Newsfood.com, 21 aprile 2022
La Commissione Ue ha presentato una proposta di riforma del sistema delle Indicazioni Geografiche (IG) che punta nella presentazione motivazione a rafforzare e a consolidare la politica della qualità agroalimentare europea. Necessità dettata dalla origine delle prime norme oramai datate, ma soprattutto dal fatto che la UE in 60 anni (trattato di Roma 1960) ha investito e speso molti danari comunitari e ha emanato norme su norme, prima anche delegate agli Stati soprattutto per Docg Doc Igt, poi centralizzate in un sistema europeo che ha puntato a armonizzare il modello. Armonizzazione che spesso porta a standardizzare accessibilità, processi, decreti senza tenere conto delle diversità, diremmo oggi, delle tante bio-diversità e componenti che entrano , naturalmente e non, nel procedimento di produzione e di classificazione.
Per non parlare dei sistemi di certificazione e di controllo e di vigilanza in un rapporto più o meno stretto con la difesa della naturalità e la tutela dei marchi intellettuali collettivi, in Europa e fuori dall’Europa. “Per questo – dice Giampietro Comolli, esperto di consorzi di tutele cofondatore della nuova Federdoc, storico direttore di tanti consorzi di tutela ed oggi tutore dei distretti produttivi integrati italiani – che una riforma o una modifica non può prescindere, soprattutto nella legislazione, dai cambiamenti già in essere in termini di clima e ambiente, di formazione del distretto integrato non più monoprodotto e multilaterale, dello strettissimo legame terra-prodotto-indicazione, di tutela dell’uomo coltivatore, dello status sempre più precario delle aree vulnerabili, difficili, svantaggiate di montagna che sono per il 50% luoghi delle produzioni nazionali di IG-DO”.

Paolo De Castro
Su questo tema anche Paolo De Castro, storico presidente e membro oramai da più di 20 anni della Commissione agricoltura della Unione Europea, è molto chiaro: “ La proposta deve essere migliorata, superando le criticità evidenziate puntando su una politica della qualità agroalimentare europea che oggi vale 75 miliardi di euro compreso gli indotti in Europa, di cui 17 realizzati in Italia. occorre una modifica che coniughi sostenibilità ambientale e sociale. Il tutto, senza costare un euro al bilancio dell’Unione”. Oltre alle fondamentale questione tecnica, produttiva e legislativa – come sempre accade – si inserisce e deve trovate spazio e contezza anche quella funzione burocratica-politica che spesso frena, ritarda, mescola la innovazione e il cambiamento urgente. E’ evidente che in Italia oltre 500 DO-IG fra cibo e vino, oltre 400 consorzi di tutela, le 3 organizzazioni agricole principali, le decine di Associazioni di Prodotto della materia prima (organizzazioni interprofessionali e associazioni viticoltori o enti di raccolta dei prodotti) diventano tutti soggetti che esprimono una opinione, una volontà, un interesse, una partigianeria.
Redazione Newsfood.com
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