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Oggi il mondo celebra la “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”

By Redazione

 

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato nel 1999 il 25 novembre “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”, per ricordare tutte le donne
vittime di violenza.

La Giornata venne istituita con la risoluzione 54/134 dell’Onu, invitando governi, organizzazioni governative e non governative, media e società civile a sensibilizzare sulla
violenza di genere le società.

In particolare, è stato scelto il 25 novembre poiché è la data in cui vennero uccise le tre sorelle Mirabal, assassinate nel 1960 nella Repubblica Dominicana per il
loro impegno politico contro l’allora dittatore Trujillo.

Tale data è divenuta così il simbolo dell’atto d’accusa della società civile nei confronti del fenomeno, purtroppo ancora in crescita, della violenza
sulle donne.

Iniziative in tutto il mondo celebreranno la Giornata internazionale perché ovunque sono milioni le vittime di aggressioni e soprusi.

Tante anche in Italia dove, secondo i dati dell’Istat sono quasi 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita.

“Occorre fare di più per dare esecuzione alle leggi esistenti e combattere l’impunità: bisogna combattere atteggiamenti e comportamenti che tendono a condonare, tollerare,
giustificare o ignorare la violenza commessa contro le donne”. Questo l’appello di Ban Ki-Moon, segretario generale delle Nazioni Unite, in occasione della Giornata.

Una data importante e un’occasione per promuovere azioni contro la violenza alle donne e per creare una coscienza collettiva, affinché gli autori di tali violenze non
rimangano impuniti e le vittime prive di qualsiasi possibilità di risarcimento è il commento del Ministro per le Pari Opportunità che ricorda i provvedimenti
approvati dal Governo.

Il disegno di legge che introduce il delitto di molestie insistenti rappresenta una novità molto importante per l’Italia, che vede per la prima volta il configurarsi del
reato di stalking nel proprio ordinamento, ponendosi così al pari degli altri Stati Europei nei quali è già perseguibile. Si definisce quindi una nuova figura di
reato che punisce coloro i quali commettono atti persecutori, i cosiddetti molestatori, con una pena fino a quattro anni e con l’ergastolo qualora lo stalker si trasformi in
omicida.

L’altro traguardo raggiunto in Consiglio dei Ministri riguarda le misure di contrasto alla violenza sessuale, assicurando maggiore protezione alle donne vittime di violenza,
inasprendo la pena attraverso l’introduzione di una serie di aggravanti, come l’uso di sostanze che riducono la capacità di agire della vittima; la qualità di
ascendente, genitore adottivo o tutore dell’autore del reato; il rapporto di “dipendenza” psicologica fra vittima e colpevole; lo stato di gravidanza della vittima.

Il terzo provvedimento mira a contrastare il fenomeno della prostituzione e il suo sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali. E’ proprio la prostituzione di strada che,
oltre a creare il maggior allarme sociale, si presta a forme di sfruttamento da parte della criminalità organizzata. Le condizioni di miseria sociale e morale in cui in
prevalenza si consuma questo fenomeno, impongono alle Istituzioni di intervenire attraverso misure che in primo luogo tutelino la dignità e i valori della persona umana e la sua
libertà di determinazione e che prevengano inoltre le cause di un diffuso allarme per l’ordine pubblico e la sicurezza.

 

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