Oggi chiude SANA 2011: soddisfatti espositori, visitatori professionali e organizzatori

11 Settembre 2011
Bologna, domenica 11 settembre
Oggi si chiude SANA 2011, la manifestazione “nuova formula PRO” che ha riscosso parecchi consensi sia da parte degli espositori (che finalmente hanno in Italia una Manifestazione
fieristica dove possono mettere in vetrina tutto il BIO con le ultime novità su cibo sano, buona salute e benessere) che dei visitatori professionali e dei buyers.
Marco Momoli, Responsabile di SANA, non nasconde la sua soddisfazione e tra pochi giorni ci fornirà un quadro con dati e notizie più precise.
Perchè il consumatore preferisce i prodotti Bio, meglio se certificati?
E’ semplice: è il bisogno di tutelare la nostra salute contro i continui attacchi di prodotti insalubri che arrivano sulla nostra tavola, particolarmente da Paesi, anche
extracomunitari, dove non ci sono controlli e vengono ancora usati pesticidi o mangimi, altamente pericolosi.
Meglio pertanto scegliere (pretendere) prodotti nazionali, spesso più cari ma più sicuri, per il nostro benessere e per aiutare l’economia delle nostre imprese agricole.
Da Coldiretti riceviamo questa denuncia che riguarda il pane, il nostro cibo quotidiano, ma la farina è anche un componente essenziale che riguarda una gran quantità di prodotti di
uso comune nella nostra dieta.
Da: “Coldiretti – Relazioni Esterne”
Data: 09 settembre 2011 17:02:04 GMT+02:00
Oggetto: SCUOLA: PESTICIDA NEL PANE; COLDIRETTI, 45% GRANO DA ESTERO
N.660 – 9 Settembre 2011
SCUOLA: PESTICIDA NEL PANE; COLDIRETTI, 45% GRANO DA ESTERO
1,5 mln di bambini in mensa: serve l’obbligo di provenienza in etichetta
Quasi la metà (45%) del pane in vendita in Italia che è ottenuto con grano proveniente da altri Paesi anche extracomunitari dove è possibile utilizzare prodotti vietati in
Europa che mettono a rischio la salute. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la denuncia di Altroconsumo sulla presenza di pane contaminato da tracce di Dichlorvos, un pesticida
vietato in Europa, in due scuole di Genova.
E’ importante estendere l’attività di controllo, ma occorre a garanzia dei consumatori e dei produttori estendere l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime
impiegate in tutti gli alimenti, a partire dal pane e dalla pasta. L’esigenza di conoscere la provenienza del prodotto – spiega la Coldiretti – scaturisce dalla considerazione che nel nostro
Paese entra grano proveniente da Paesi extraeuropei nei quali le norme di produzione sono molto meno rigide delle nostre. Il rischio è che arrivi sul mercato – come purtroppo sembra
accaduto – una coltivazione trattata con fitofarmaci messi al bando in Europa perché pericolosi, ma utilizzati in altri paesi.
Un rischio che riguarda molti prodotti in un Paese come l’Italia con un forte flusso di importazioni agricole ed alimentari dall’estero. Con l’inizio dell’anno scolastico 2011/2012 – continua
la Coldiretti – sono almeno 1,5 milioni i bambini che ogni giorno pranzeranno in mensa dove per fortuna quest’anno è aumentata l’offerta di pasti con cibi di stagione, locali e a
chilometri zero.
Una tendenza sollecitata nelle linee guida per la ristorazione scolastica fissate dal Ministero della Salute dove si invita a considerare “la varietà e la stagionalità dei cibi,
utilizzando anche proposte di alimenti tipici della regione di residenza, per insegnare ai bambini il mantenimento delle tradizioni”.
Il risultato è che verranno serviti nelle mense scolastiche un milione di prodotti biologici, ma anche menu tipici e locali. L’Italia è l’unico paese al mondo che – precisa la
Coldiretti – può contare sulla leadership europea nella produzione biologica e nell’offerta di prodotti tipici con ben 229 denominazioni di origine riconosciute a livello comunitario e
4.606 specialità tradizionali censite in tutte regioni.
Un paniere di specialità che è oggi – conclude la Coldiretti – più facilmente accessibile grazie alla rete di aziende agricole e di mercati degli agricoltori di Campagna
Amica che vendono direttamente il proprio prodotto.
Nota:
non siamo contrari all’utilizzo di materie prime e prodotti stranieri (se in regola con le nostre normative) ma non troviamo giusto che le nostre imprese agroalimentari debbano subire la
concorrenza sleale straniera, quella basata solo sul minor prezzo ad ogni costo. Anche a costo della nostra salute.
Giuseppe Danielli
Newsfood.com