Moringa, superfood. O no?

16 Gennaio 2018
Il 2018, l’anno della Moringa. Se anni precedenti ci hanno dato superfood diversi (2016 la curcuma, il 2017 l’avocado) il 2018 dovrebbe essere l’anno della pianta in questione.
Diversi i sostenitori. Forse al primo posto, la rivista Times, che la considera erede della quinoa.
E nutrizionisti come Kimberly Snyder: la scienziata americana ne raccomanda il consumo, ritenendola in primis una fonte di ferro migliore dei più conosciuti spinaci.
Altri colleghi evidenziano altri vantaggi: buoni livelli di aminoacidi, vitamine (C ed A), minerali, calcio e potassio.
Non mancano però voci critiche. Secondo alcune ricerche delle Società Americane per la Biologia Sperimentale, la capacità della Moringa di fornire elementi fondamenti è basso, in quanto i suoi livelli di acido fitico inibisce l’assorbimento di altri nutrienti.
Forse, il problema deriva dalla poca conoscenza della pianta. La Moringa è infatti una pianta della famiglia delle Moringacee, nativa dell’India ma comune anche in Africa e America meridionale.
Ne furono grandi estimatori gli Egizi, che la impiegarono come depuratore per fiumi, ruscelli e laghi e liquidi alimentari. Merito dei suoi semi: se trasformati in farina, catturano le impurità dei liquidi, rendendole in qualche modo pesanti e quindi facendole depositare verso il basso, favorendo così la limpidezza delle acque.
Oltre a questo, la Moringa cresce in fretta (raggiunge anche i 7 metri di altezza) e sopporta bene, freddo siccità e malattie. E’ inoltre quasi interamente commestibile, dalle radici alle foglie, quindi fondamentale per prevenire malattie e malnutrizione fra le popolazioni di alcune latitudini. Per tutte queste doti, la Moringa è stata eletta coltura del mese nel gennaio 2108 dall’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite.
In Italia, la Moringa è finita sotto la lente del dottor Giorgio Calabrese, nutrizionista e dietologo, presidente del Comitato nazionale per la Sicurezza Alimentare (c.n.s.a.) del Ministero della Salute.
Il suo giudizio è misto: pur spiegando come “Nessuna pianta e nessun alimento è miracoloso”, egli ammette come “E’ possibile trovare in ogni cibo principi nutritivi che favoriscono il raggiungimento della piena salute e la Moringa, con le sue foglie, radici e semi fa parte di questi alimenti”.
Ciò detto, è bene fare attenzione. “E’ vero che la Moringa contiene una buona dose di ferro, ma essendo di origine vegetale, assomiglia a quello contenuto, ad esempio, negli spinaci. Si presenta sotto forma di Ferro NON-EME per cui ne entra molto in circolo, ma ne viene assorbito molto poco, quindi per gli anemici è un aiuto, ma non il toccasana. Contiene inoltre molti amminoacidi essenziali e tantissima Vitamina C ed E, ma visto che se ne può usare poco si tratta più di un sogno che non di una vera terapia”. Inoltre, è bene ricordare che le radici contengono un alcaloide, la Spirochina che è nocivo per il sistema nervoso.
E’ bene essere anche cauti con le dosi. La quantità da usare “E’ sempre minima, come ad esempio il peperoncino o simile. Più che la quantità i produttori consigliano l’uso frequente di Moringa per sfruttare i suoi principi nutritivi che possono dare buoni risultati, ma non miracolosi”.
Matteo Clerici
ATTENZIONE: l’articolo qui riportato è frutto di ricerca ed elaborazione di notizie pubblicate sul web e/o pervenute. L’autore, la redazione e la proprietà, non necessariamente avallano il pensiero e la validità di quanto pubblicato. Declinando ogni responsabilità su quanto riportato, invitano il lettore a una verifica, presso le fonti accreditate e/o aventi titolo.