Logo per il biologico Made in Italy: siamo in ritardo rispetto all'Europa
22 Febbraio 2007
Occorre sostenere il settore con misure di trasparenza, per rendere riconoscibili le specificità e le garanzie offerte dalla produzione Made in Italy, rendendo subito operativo il marchio
del biologico italiano e colmare così il ritardo del nostro Paese nei confronti di Francia, Germania, Austria, Belgio, Svizzera, Olanda, Svezia e Danimarca che hanno da tempo fatto questa
scelta.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del disegno di legge sull’agricoltura biologica che ritarda, rimandando ad un ulteriore
provvedimento, l’adozione del logo per l’identificazione del prodotto biologico nazionale.
Si tratta della novità più attesa dagli imprenditori agricoli e dai consumatori che, secondo un recente sondaggio condotto dal sito www.coldiretti.it, in due casi su tre acquisterebbero più alimenti biologici se fossero garantiti da un marchio l’origine “Made in Italy” dei prodotti in
vendita.
La conoscenza dell’origine dei prodotti biologici diventa una esigenza sul mercato globale dove – rileva la Coldiretti – le quantità prodotte nelle Americhe, in Europa e in Oceania sono
aumentate debolmente di qualche punto percentuale, mentre sono esplosivi i tassi di crescita in Africa ( 130 per cento) e soprattutto in Asia con la Cina che diventa un protagonista del mercato
mondiale del biologico la cui domanda vale complessivamente 23,5 milioni di euro, cresce del 11,2 per cento e si concentra in Europa e Nord America.
In un anno – rileva la Coldiretti – è aumentata di undici volte ( 1057 per cento) la produzione biologica della Cina che ha conquistato il secondo posto a livello mondiale con una
superficie coltivata bio di oltre tre volte superiore a quella in Italia che, scalzata dal podio occupato lo scorso anno, scende al quarto posto, ma consolida però la leadership europea.
L’Italia, infatti, con un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione, conferma la propria leadership nel vecchio continente e aumenta del 12 per cento i
terreni coltivati che superano il milione di ettari (1.067.101,66 ettari) e del 22 per cento il numero di imprese agricole coinvolte (49.859).
Il settore del biologico in Italia rappresenta il 2 per cento del mercato dei prodotti alimentari con un fatturato complessivo che si stima abbia raggiunto in Italia un valore di 1,5 miliardi
di Euro destinata per il 22 per cento a prodotti in scatola, per il 21 per cento a latte e derivati, per il 18 per cento a frutta e verdura, per il 13 per cento a pane, pasta e riso, per il 12
a bevande, per il 9 per cento a carne e uova e per il 5 per cento a prodotti dietetici. Il 71 per cento degli italiani � conclude la Coldiretti – ha acquistato almeno una volta cibi
biologici nel 2005 anche se a essere particolarmente sensibili a questi prodotti sono soprattutto quelli di età compresa tra i 30 e i 49 anni con laurea, lavoro dipendente, residenza nei
grandi centri delle regioni del nord est ed equamente divisi tra donne e uomini, secondo l’identikit tracciato dall’indagine Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull’alimentazione”
dalla quale emerge che la tendenza ad acquistare prodotti biologici cresce con il livello di istruzione.
Il Biologico in Italia in cifre
2004
2005
Var. %
Operatori di cui
40.965
49.859
21,7%
Produttori agricoli
36.639
44.733
22%
Preparatori
6.078
4.537
-25%
Importatori
197
185
-6%
Superfici coltivate (in ettari)
954.361
1.067.102
11,8%
Fonte: www.coldiretti.it