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L'Inps delinea il profilo del lavoratore parasubordinato

By Redazione

Nel corso del rapporto relativo al lavoro parasubordinato nel 2005, l’Inps ha analizzato le caratteristiche generali di questa categoria di lavoratori e ha studiato la diffusione della
tipologia contrattuale nel corso degli anni.

Secondo quanto rilevato dall’Istituto, nel decennio 1996-2005 il numero dei contribuenti parasubordinati attivi (che versano i contributi) è più che raddoppiato, passando dai 839
mila del 1996 ad 1,711 milioni nel 2005: il picco massimo di crescita, in particolare, si è raggiunto nel 2003 (con 1,829 milioni di parasubordinati), mentre negli anni seguenti i numeri
sono progressivamente diminuiti.

A scendere è soprattutto il numero delle lavoratrici (con circa 75 mila unità in meno tra il 2003 e il 2005), che nel Nord rappresentano il 40% dei contribuenti dell’area (contro
il 44% del 1996), mentre al Sud hanno recuperato il divario iniziale (33% contro 67% di uomini nel 1996) e pesano molto più che nelle altre aree geografiche, superando il 45% dei
contribuenti dell’area.

Nel corso del 2005, inoltre, l’età media dei parasubordinati si è abbassata di oltre un anno (passando da 41,5 a 40,3 anni): le donne hanno un’età media di 37 anni, mentre
gli uomini di 43 anni.

Sul fronte del reddito, l’Inps ha registrato una retribuzione media (indicata dai committenti insieme all’aliquota di contribuzione utilizzata nei versamenti) pari a 14.930 euro ed un aumento
del 4,6% rispetto agli anni precedenti.

Parallelamente alla crescita del reddito, si è ridotto il numero dei collaboratori con una retribuzione annua inferiore a 5.000 euro, passando dal 43% del 2004 al 41% del totale.
Il reddito medio, inoltre, è aumentato per tutte le fasce d’età, tranne che per i giovani al di sotto dei 25 anni, i quali, benchè cresciuti di numero ( 6,4%), hanno
ricavato dalle collaborazioni il 4,5% in meno di media rispetto al 2004: secondo i dati Inps, infatti, il livello del reddito è direttamente proporzionale all’età e la
retribuzione dei collaboratori anziani supera di circa 6 volte quella dei più giovani (22.700 contro 3.800 annui).
Dal punto di vista del tipo di contratto parasubordinato, l’Inps ha rilevato nel 2005 il lavoro “atipico” ha coinvolto 1.010.400 collaboratori (con un’incidenza percentuale sul totale delle
collaborazioni cresciuta dal 65% al 67% nel corso dello stesso anno), con una maggiore incidenza femminile (526 mila) rispetto a quella maschile (484 mila).

Riguardo al settore lavorativo, l’Inps ha rilevato che per il 22% del totale compaiono le attività di formazione, istruzione e addestramento, per il 19% le consulenze aziendali e per il
15% le attività di marketing, pubblicità e statistica, mentre sono al di sotto dell’1% ciascuna le attività nel campo assicurativo, la consulenza fiscale e le
attività finanziarie.
Per i co.co.pro., inoltre, l’attività prevalente è la consulenza aziendale (20,3%) seguita dall’attività di formazione (18,8%) e da quella di marketing (16,7%); per i
pensionati la consulenza aziendale è assolutamente dominante (44%) mentre tra le collaborazioni svolte per la Pubblica Amministrazione il 57% si riferisce ad attività di
formazione ed il 26% ad attività amministrativo-contabili. Per i collaboratori occasionali, infine, l’Inps segnala che, accanto al 24% che si occupa di formazione, emerge un 20% che e
occupato in attività inerenti a mostre, mercati, fiere.

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