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Immigrazione, Acli: Non si può trasformare la politica per immigrazione in un listino prezzi

By Redazione

 

Roma – «Non si può trasformare la politica per immigrazione in un listino prezzi». Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani esprimono attraverso la voce del
presidente Andrea Olivero la propria contrarietà a quanto approvato e ancora va discutendosi in Senato in tema di sicurezza e immigrazione.

«Dopo il “contributo” annunciato sul permesso di soggiorno – dice Olivero – abbiamo visto approvare la tassa di 200 euro per “l’acquisto” della cittadinanza. Salutata da parte di
alcuni addirittura come rivoluzione culturale. A noi pare piuttosto una regressione, come ebbe a dire mesi fa autorevolmente il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza
episcopale. Un tempo la cittadinanza era un valore, un diritto, ora ha un prezzo. Abbiamo da oggi un tariffario sulla cittadinanza e l’integrazione».

Le Acli ricordano che già ora la richiesta di un permesso costa al singolo cittadino straniero oltre 70 euro. Permesso che l’amministrazione riesce a rilasciare «in tempi
biblici – denuncia Olivero – mai meno di un anno e spesso di più, lasciando la persona in una situazione di costante precarietà».

Contrarietà delle Acli all’introduzione del reato di immigrazione e soggiorno clandestino. «Indignazione» per l’ulteriore provvedimento che prevede la
possibilità data al medico di turno al Pronto Soccorso di denunciare alle autorità il cittadino straniero non legalmente presente che ad esso si rivolge per essere curato.
Ancora critiche per la proposta del “permesso di soggiorno a punti” che assimila uno strumento normativo che ratifica un diritto ad un concorso a punti.

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