Il pomodoro italiano contro quello cinese
28 Febbraio 2007
L’Italia, si sa, è la patria del pomodoro, che viene associato in tutto il mondo alla pasta e alla pizza, i due prodotti italiani per eccellenza.
E’ questo il motivo (unito alle favorevoli condizioni climatiche) per cui il nostro Paese è il maggior produttore del succoso vegetale dal colore rosso intenso. Tuttavia se fino a
qualche anno fa la produzione italiana distanziava in modo netto gli altri Paesi, oggi sul mercato si presenta una minaccia a cui nessuno aveva pensato: la Cina.
Proprio così, il Paese del riso e della manodopera a basso costo, di cui si è molto parlato nell’ultimo periodo, sta conquistando porzioni di mercato sempre maggiori anche nel
settore della coltivazione del pomodoro e in particolare nella produzione del concentrato di pomodoro.
Nel mercato delle conserve italiano, tuttavia, prevale la dimensione locale: proliferano, infatti, le aziende medio-piccole con una competenza ristretta all’area geografica in cui si collocano,
ma comunque capaci di garantirsi un certo mercato all’interno di essa.
Per quanto concerne i consumi, esistono differenze sul territorio, che emergono dalle statistiche: se nel nord è maggiore la richiesta di conserve e concentrati, al centro e al sud i
consumatori prediligono pelati e passate.
E spesso il consumatore opta per le marche locali rispetto a quelle di portata nazionale a causa del fattore prezzo: il contenimento delle spese di trasporto e le condizioni di pagamento
flessibili, infatti, fanno sì che decresca il costo per la produzione e, conseguentemente, per il consumatore.