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Il maltempo distrugge le campagne: allagati campi già seminati a cereali e distrutte intere coltivazioni

By Redazione

 

Ammontano a diversi milioni di euro i danni provocati nelle campagne dalla recente ondata di maltempo con campi allagati, semine perse, ortaggi distrutti, animali annegati e mezzi
agricoli coperti dal fango. E’ quanto da un primo bilancio della Coldiretti che chiede di avviare le procedure di delimitazione dei territori e di verifica dei danni per
consentire la dichiarazione di calamità naturale per l’agricoltura in molte regioni del centro-sud.

Dal Lazio alla Basilicata, sono stati convocati incontri all’inizio della settimana, per tavoli e unità di crisi, con le Istituzioni territoriali responsabili per procedere
rapidamente all’accertamento completo dei danni che risultano particolarmente gravi in alcune zone. Sono stati allagati campi già seminati a cereali e distrutte intere
coltivazioni di patate e ortaggi mentre in alcune aree è stata sospesa la raccolta delle olive e si teme per il raccolto. Gravi i danni – sottolinea la Coldiretti – anche per
l’attività di allevamento con animali dispersi e annegati mentre molti mezzi meccanici sono stati completamenti coperti dal fango e resi inutilizzabili. Le esondazioni dei
fiumi e la pioggia intensa ha provocato – continua la Coldiretti – smottamenti e frane nelle campagne colpendo la circolazione nelle strade rurali con aziende ed allevamenti rimasti
isolati.

L’alternarsi di periodi di siccità con quelli di pioggia intensa è uno degli effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una modificazione della distribuzione
delle piogge e l’aumento dell’intensità delle precipitazioni. Una tendenza che mette a rischio la sicurezza idrogeologica del paese anche a causa del fatto che – denuncia la
Coldiretti – al progressivo abbandono del territorio e all’ urbanizzazione spesso incontrollata non e’ corrisposto l’adeguamento della rete di scolo delle acque.

Nell’ultimo quarto di secolo – conclude la Coldiretti – sono scomparsi quasi 6 milioni di ettari di suolo agricolo e secondo le stime dell’Anbi nell’arco di tempo
1990-2016, se il ritmo di cementificazione del territorio rimanesse inalterato, si sara’ persa una superficie agricola utilizzata pari al 17,5 per cento del territorio nazionale, vale a
dire un’area superiore a quella delle regioni Sicilia e Sardegna

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