Il “baratto dei saperi”: un'esperienza da ripetere
28 Febbraio 2007
Preparare il formaggio in azienda, riconoscere le erbe spontanee e utilizzarle, produrre ed essiccare i fiori ed accostarne i colori, produrre e lavorare il miele. Questi alcuni degli argomenti
dei corsi di formazione organizzati dall’Associazione Donne in Campo Lombardia per Costruire la rete delle imprenditrici agricole lombarde. Docenti d’eccezione le stesse imprenditrici
dell’Associazione lombarda che hanno messo le proprie competenze, i propri “saperi” a disposizione di altre imprenditrici costruendo un “baratto” culturale di particolare interesse che è
stato illustrato agli studenti dell’Università di agraria di Milano, la più grande d’Italia con 400 persone impegnate nell’attvità di ricerca e didattica.
Il primo giorno, coordinato dalla Preside della Facoltà di Agraria, Claudia Sorlini, tra le ideatrici del convegno, è stato senz’altro un’occasione di conoscenza tra donne che
lavorano in agricoltura e l’Università. E’ stato un momento molto coinvolgente e di grande e spontanea partecipazione, fuori dagli schemi formali che normalmente guidano queste
iniziative ed è stato anche un inedito incontro tra sapere inteso come ricerca scientifica e tecnologica e “saperi” che provengono dalla quotidianità della pratica agricola e
dalla conoscenza dell’ambiente e del territorio che ne derivano. Da questo appuntamento, caratterizzato da una grande e reciproca disponibilità, prenderà l’avvio un programma di
ospitalità nelle aziende agricole per le studentesse e ricerche scientifiche a supporto dei bisogni delle aziende agricole a cura dell’Università.
Il progetto formativo “il baratto dei saperi” si è sviluppato su un’intuizione della coordinatrice di Donne in Campo Lombardia, Chiara Nicolosi e della Formatrice psicosociale Cristina
Bertazzoni.
Ha voluto essere una esperienza pilota in cui si sono scambiate delle conoscenze e dei saperi che ogni donna ha acquisito nella sua vita, permettendo in questo modo che ognuna, con il suo
bagaglio di esperienze, di sensazioni di emozioni e soprattutto di tradizioni, diventasse a sua volta docente.
Questa esperienza formativa -è stato affermato nell’illustrare l’iniziativa- assume un particolare valore perchè rompe gli schemi della tradizionale formazione. Costituisce,
infatti, un’esperienza ad alta valenza femminile, basata cioè sul concetto di gruppo, che riesce a tessere reti di relazioni tra le aziende e costruire comunità e gruppi
locali. E’ questo un fattore di grande importanza nel mondo agricolo, tradizionalmente connotato dall’isolamento. Il sapere, inoltre, si realizza insieme, come costruzione e scambio. E’ un
metodo fondato sulla condivisione ed orizzontalità e non sulla “verticalità” data dalla presenza di un esperto che offre il suo sapere. Veicolo di apprendimento è, in
questo caso, la relazione affettivo-emozionale scaturita dalla conoscenza reciproca. Storicamente, infatti, le donne hanno portato avanti processi di autoformazione orizzontale, unendosi, ed
imparando con lo scambio personale, anche fisico, per “contaminazione”, tutte le nozioni più importanti delle fasi della loro vita e della loro crescita.
Motivo per cui questa esperienza costituisce un precedente importante per veicolare il fondamentale contributo delle donne dell’agricoltura, la loro passione per la terra e il loro coraggio, a
patrimonio comune di tutto il mondo agricolo.
Come ha affermato Valeria Reggiani, Presidente di Donne in Campo Lombardia, nel suo intervento “l’avventura è stata entusiasmante. Siamo partite con un corso rivolto a tutta la Lombardia
per creare facilitatici di processo, ovvero donne incaricate di individuarne altre capaci di riunirsi in gruppi dinamici, ai quali è stato poi chiesto di inventare progetti
formativi. Al termine di questo corso �ha proseguito la Reggiani- ne abbiamo organizzati altri nelle province di Lecco, Mantova, Pavia e Brescia dove io e le mie compagne
dell’Associazione abbiamo assunto il ruolo di docenti. Ogni donna ha trasmesso una sua competenza, nel mio caso la conoscenza delle erbe spontanee, per altre il miele, il formaggio, la
decorazione con i fiori secchi, la panificazione. In una seconda fase, le stesse apprendiste sono state chiamate a mettere in campo i loro “saperi”, a barattarli,valorizzandoli prima di tutto
con loro stesse. Ognuno è portatore di conoscenze, spesso sottovalutate e questa esperienza ci ha fatto toccare con mano quanto le donne abbiano bisogno di uscire dall’ambito familiare
per confrontarsi e trovare il coraggio di fare scelte professionali indipendenti”.
L’entusiasmo che traspare da questa testimonianza, ha contagiato il corso del convegno, soprattutto nel secondo giorno sotto la coinvolgente guida di Paola Metta,Vicepresidente nazionale di
Donne in Campo, imprenditrice agricola dinamicissima, che ha deciso di portare avanti da sola l’azienda agricola familiare ad indirizzo cerealicolo-foraggero.
Tantissime donne hanno preso la parola, imprenditrici, insieme a studentesse, ricercatrici e docenti universitarie, unendo, in un ambito prestigioso qual’è
l’Università, il sapere e la voglia di rapportarsi di ognuna.
“L’apporto delle donne imprenditrici nel mondo agricolo italiano, è di fondamentale importanza �ha affermato Mario Lanzi, Presidente della CIA Lombardia- tanto più nella
nostra regione dove le aziende agricole condotte da donne rappresentano già oltre il 20% del totale”.
Il Vicepresidente della CIA, Enzo Pierangioli, ha invece ribadito l’impegno della Confederazione italiana agricoltori nel valorizzare il ruolo della donna in agricoltura e l’impegno delle
imprenditrici sempre più volto alla valorizzazione della multifunzionalità e la salvaguardia ambientale e della biodiversità.
All’iniziativa hanno aderito le organizzazioni agricole, Coldiretti e Confagricoltura, nel presentare un’opportunità di partecipazione a donne che si occupano di agricoltura.
Nel corso del primo giorno i lavori, presieduti e conclusi da Claudia Sorlini, Preside della Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Milano, sono stati introdotti da
Mattea Gelpi dell’Ufficio pari opportunità dell’Università. Sono intervenute Valeria Reggiani, Presidente di Donne in Campo Lombardia, Gabriella Poli, Presidente del Coordinamento
imprenditoria femminile Federlombarda Confagricoltura e Pina Alagia, Responsabile regionale Donne Impresa Coldiretti Lombardia.
Il secondo giorno, dedicato al baratto dei saperi, ha visto gli interventi di Mario Lanzi, Presidente della CIA Lombardia, Paola Metta, Vicepresidente nazionale Donne in Campo, Chiara Nicolosi,
Coordinatrice Donne in Campo Lombardia e di Cristina Bertazzoni, Docente presso l’Univesità di Brescia e Trento. Ha concluso i lavori, Enzo Pierangioli, Vicepresidente nazionale CIA.
Fonte: www.donneincampo.it