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Identità Golose: Newsletter n.393 di Paolo Marchi del 4 marzo 2013

Identità Golose: Newsletter n.393 di Paolo Marchi del 4 marzo 2013

By Redazione

Noi italiani ci meritiamo, chi più chi meno a seconda dei comportamenti tenuti da ognuno, il maremoto provocato da Grillo nelle ultime elezioni politiche. Ci meritiamo anche uno che si
esprime o per urla o per insulti. Siamo noi cittadini che abbiamo nutrito, anche solo lasciando fare, la più vergognosa classe politica che l’Occidente abbia mai conosciuto nell’ultimo
mezzo secolo. Quindi ora sono cavoli nostri venire a capo di tutto, cavoli amari perché non ci sono in giro tanti fuoriclasse, con il vecchio che non è tramontato completamente, il
nuovo che nessuno conosce per davvero e il mondo che ci guarda.

Non potendo sapere cosa ci riserva il futuro, mi fermo su un ritaglio del Corriere della Seradel 28 febbraio. Titolo: “Al brindisi degli eletti conto da 1.841 euro”. Si tratta della festa
del Movimento 5 stelle del Lazio e la polemica investe il prezzo pagato al ristorante. A parte il fatto che in vista del voto latitavano temi come ristorazione, economia turistica, difesa del
paesaggio e del patrimonio artistico, quando ci si accomoda a tavola anche i grillini brillano per ignoranza e mancanza di rispetto verso il lavoro del ristoratore.

Mille e 841 euro sono tanti o pochi a seconda di quanti risultano i coperti e di cosa hanno mangiato e bevuto: in due passa per una follia o un furto, in quattro anche ma in dieci meno.
Bene: alla festa hanno partecipato un centinaio di eletti e amici loro, con il contorno di giornalisti ovviamente classificati come scrocconi.

La faccio breve: 18,41 euro a testa. E qui mi cascano le braccia. Trascrivo dall’articolo: “Il menu della serata, in porzioni davvero parche, era composto da focaccia al prosciutto, zucchine
fritte, panini fritti ripieni, due assaggi di primi, acqua, birra e vino. Contro richiesto 2.750 euro!”. Conto contestato e sconto ottenuto, chi dice di no al nuovo che vince, a Roma poi? E
parliamo di 27,50 euro a testa e non per un crodino con le spagnolette.

I grillini sono giovani, onesti, tosti, decisi, gagliardi, in forma, brillanti e via così, anche ignoranti di cose parlamentari ma è scontato questo. La loro esplosione
inchioda i vecchi partiti alle loro responsabilità perché nessuno potrà continuare a barare, ma in trattoria non si sono poi comportanti molto diversamente dal Briatore che
contestava i conti dopo cene da mille e una notte. Possibile che in Italia questa materia fatica a essere capita? Possibile che chi ci guida, passato o futuro che sia, non colga la forza
economica del settore e si comporta come un liceale in festa il sabato sera?

Paolo Marchi

Dubai, l’Expo 2020 e i cuochi star

Viene il sospetto che i grandi hotel di Dubai scritturino i supercuochi allo stesso modo in cui le squadre di calcio Al Wasl e Al Nasr mettono sotto contratto i Diego Armando Maradona e iWalter
Zenga. Con la stessa logica con cui chiamano a suonare David Bowie e Stone Roses. Il nome, cioè, attira più della sostanza. Specie ora che c’è in ballo l’assegnazione
dell’Expo 2020 e il visionario sceicco Mohammed Rashid al Maktum sfodera tutto il clamore possibile per bruciare sul filo di lana Smirne in Turchia (finalista con Milano dell’Expo 2015), San
Paolo in Brasile, Ayutthaya in Tailandia e Ekaterinburg in Russia.

Il cuoco star tira più di sempre, tant’è che Gordon Ramsey – tra i primi ad aprire a Dubai nel 2002 col Verre dell’Hilton, chiuso nel 2011 – non vede l’ora di tornare. Che Marco
Pierre White s’è messo a schizzare il suo nome sugli hotel con la frenesia di un graffiter (foto, ultima sua conquista, il Titanic). Che il munito di stelle Gary Rhodes (a Dubai con
Rhodes Mezzaninee Rhodes 44) stia per vararne un terzo al Regis di Abu Dhabi, l’altro emirato seduto su un tappetone di petrodollari. E che tanti cuochi baciati (a casa loro) dalla Rossa come
il franceseYannick Alleno (Stay), il tedesco Juan Amador (Amador del Park Rotana) e l’italo/ingleseGiorgio Locatelli (Ronda Locatelli sul mirabolante Atlantis e a breve apertura di una
Locandaemiratese) sollecitino gli ispettori pneumatici a scendere al Golfo Persico per varare un’edizione emiratese (Zagat è già arrivata).

Sia quel che sia, un europeo in visita a Dubai trova più sensato andare a caccia delle decine di insegne di cucina asiatica, se non altro perché l’80% degli abitanti del Paese
sventola passaporto indiano, pakistano, cingalese o indonesiano. E storie di indicibile fatica. Fatta tappa dal contemporary jap Zuma, una certezza (non a caso nella World’s 100 Best 2012),
annotatevi alcune delle migliori insegne dell’anno secondo Time Out: per la cucina cinese, tutti all’Hukama(ma evitate la zuppa di pinne di pescecane), nord-indiana all’Asha’s, miglior
steakhouse all’Exchange Grill e miglior cucina economica all’Aryaas (araba).

Gabriele Zanatta

Bottura porta il meglio italiano in America

Prende il via oggi, lunedì 4 marzo, il primo appuntamento di A Taste of Italy, iniziativa inserita nel programma dell’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, organizzato dal
Ministero degli Affari Esteri, dall’Ambasciata d’Italia a Washington e dai nostri Consolati negli Stati Uniti. Il tutto a cura di sette Eccellenze dell’Enogastronomia Italiana – S.Pellegrino
Acqua Panna,Frescobaldi, Donnafugata, Masi, Berlucchi, Alma e lo chef Massimo Bottura.

Tre appuntamenti, a New York, Washington e Los Angeles, per celebrare la cultura italiana della buona tavola, attraverso prodotti interpretati dal modenese, un modo di raccontare il Buon Paese
attraverso i sapori della tradizione, gli ingredienti di valore e il gusto tipicamente italiano per la bontà e lo stile uniti alla creatività.

“Come to Italy with US” è l’invito che Massimo Bottura e le sei aziende rivolgono ai propri ospiti per le tre cene organizzate nelle tre città statunitensi. Il primo dei tre
appuntamenti si terrà oggi a New York presso l’International Culinary Center. Il secondo invece a Washington il 6 marzo a Villa Firenze, residenza dell’Ambasciatore d’Italia negli Stati
Uniti, Claudio Bisogniero. L’ultimo degli appuntamenti sarà il 10 marzo a Los Angeles – nell’esclusivo quartiere di Bel Air – dove il Console Generale a Los Angeles, Giuseppe Perrone, e
i signoriJohn e Joan Hotchkis ospiteranno personalità illustri provenienti dal mondo enogastronomico, artistico e cinematografico. Ecco il Made-in-Italy che ci fa onore.

Tra due mesi le Strade della Mozzarella a Paestum

È un ingrediente fondamentale della pizza, e allo stesso tempo rischia spesso di diventarne il tallone d’Achille, sotto forma di malinconici filoni di pasta filata o cubetti pretagliati,
pronti a sciogliersi al calore del forno e a ricomporsi poi tal quali nei nostri stomaci. Noi invece parliamo diMozzarella di Bufala Campana Dop. Bufala e pizza è un matrimonio destinato
a durare una vita e oltre, e non si poteva non celebrarlo a Paestum – patria per eccellenza del delizioso latticino – aLe Strade della Mozzarella, dal 6 all’8 maggio.

Ogni anno, grandi cuochi si cimentano nella sfida di interpretare un prodotto talmente buono che dà il suo meglio mangiato “assoluto”. Non potevano esimersi i pizzaioli, che nella
mozzarella hanno un alleato cruciale. Così, quest’anno, il pomeriggio dell’ultima giornata sarà consacrato proprio a loro. Tre sessioni di lavoro dedicate agli step principali:
impasto (con Franco Pepe, Renato Bosco, Beniamino Biliali e Gianfranco Iervolino), farcitura (con Enzo Coccia, Simone Padoan, Ciro Salvo, Lello Ravagnan e l’outsider Corrado Assenza) e cottura,
conGiancarlo Casa, Guglielmo Vuolo, Pierluigi Roscioli e Francesco e Salvatore Salvo. Un programma ricchissimo, presentato a Roma da Romeo Chef and Baker. Scelta non casuale, dove oltre alla
grande cucina di Cristina Bowerman ci sono anche i formaggi e gli affettati del banco di Roscioli, la cui squisita pizza bianca accoglie in tavola i clienti del ristorante.

A raccontare quel che succederà a maggio gli ideatori della manifestazione Barbara Guerra eAlbert Sapere, che da anni lavorano per promuovere il territorio sulla scia di questo prodotto
d’eccezione, insieme al Presidente del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana DopDomenico Raimondo e al direttore Antonio Lucisano. Con loro, alcuni produttori di materie prime che
esaltano la bufala e spesso suoi comprimari nella pizza: dalle farine Petra del Molino Quaglia ai pomodori San Marzano del Consorzio, ma anche il Conciato Romano, formaggio del Casertano spesso
presente sulle pizze gourmet dei grandi maestri campani, e non solo.

A Roma c’erano anche tre grandi pizzaioli in rappresentanza di Nord, Centro e Sud Italia: il veneto Lello Ravagnan (a sinistra nella foto con Cristina Bowerman e Gianfranco Iervolino), il
campano Franco Pepe e il padrone di casa Pierluigi Roscioli. Tre modi diversi di interpretare la pizza. Ravagnan – che per i condimenti guarda alle specialità dell’intero Stivale – ha
proposto una pizza “a tutto Sud” con pomodori, bufala, alici di Menaica e pangrattato tostato. Pepe, con il suo impasto lavorato a mano, ha realizzato dei goduriosi calzoni, mentreRoscioli ha
sfornato tra le altre due pizze-simbolo: la mitica focaccia bianca – «nata nei forni, nell”800, dagli scampoli di farina che avanzavano dalla lavorazione del pane, è stato il
primo esempio di street food romanesco» racconta – farcita con la mortadella e con mozzarella, olio, sale e pepe. Una delizia altrettanto antica, creata per dribblare i vari divieti
alimentari di matrice religiosa, ma che oggi rappresenta soprattutto un ottimo modo per gustare al meglio un grande impasto, e una grande mozzarella.

Luciana Squadrilli

Grandi vini di piccole cantine: numero 1 al mondo

Al Carrousel du Louvre di Parigi, il 23 febbraio scorso si è tenuta la premiazione del Gourmand Cook Books Awards 2012, gli Oscar dei libri di enogastronomia. Un evento di rilevanza
internazionale che premia le migliori pubblicazioni al mondo di cucina e di vino: cinque nomination per categoria e un solo vincitore, il migliore del mondo per il 2012. Il vincitore assoluto
per la categoria Wine Tourism è stato il libro Grandi vini di piccole cantine, edito daGribaudo e curato da Federico Graziani e Marco Pozzali.

Bravi agli autori, grandi esperti del settore che hanno descritto 400 vini, dalle Alpi all’Etna, e belle le immagini scattate da Francesco Orini. Una guida indipendente che focalizza le
selezioni dei produttori e la singolare qualità dei vini sempre a prezzi accessibili. Non ci sono punteggi, giudizi, valutazioni sensoriali ma emozioni narrate attraverso le storie degli
uomini e delle terre che producono vini di grande pregio.

Un delizioso diario di viaggio, suddiviso in regioni, da nord a sud, dove i protagonisti sono prodotti e produttori fornendo al lettore i dati essenziali come: le migliori annate, la fascia
prezzo e i tutti i contatti con la cantina. Da segnalare anche una presentazione del vino per guidare il lettore a degustarlo, arricchita da suggerimenti per abbinarlo alle pietanze più
gustose. Il libro si sfoglia anche su Iphone.

Cinzia Benzi

Hessel e la capacità di indignarsi e di amare

Come è scritto in Wikipedia, “Stéphane Hessel(Berlino, 20 ottobre 1917 – Parigi, 27 febbraio 2013) è stato un diplomatico, politico e scrittore tedesco naturalizzato
francese, combattente nella Resistenza Francese durante la seconda guerra mondiale e deportato nel campo di concentramento di Buchenwald”. E’ l’autore di Indignatevi, manifesto del pensiero
ribelle contemporaneo, un libro che, ha ricordato Stefano Montefiori nel Corriere della Serra di giovedì scorso, ha venduto più di quattro milioni di copie nel mondo intero.

Ricordo Hessel perché ha scoperto la formula della felicità coniugale, lui e la moglie Christiane, di dieci anni più giovane: “E’ un grande amore, insieme viaggiamo e
teniamo lontano il malumore. Cerco ancora di impressionarla, e il modo migliore per riuscirci è provare a comportarmi come se non fossi così vecchio”. Guai di scordare queste
parole. GrazieStéphane anche per questo.


Apreda, Milano e le derive del riso

Celebrata la nona edizione di Identità tre settimane fa a Milano, lunedì prossimo 11 marzo torneranno gli appuntamenti con le Cene di Identità Golose al Ratanà, il
ristorante di Cesare Battisti e Danilo Ingannamorte in via Giuseppe De Castillia 28, dove sta crescendo la nuova Milano all’insù, tra Garibaldi e l’Isola. L’appuntamento è con
Francesco Apreda, napoletano, un anno ancora e le candeline da spegnere per lui saranno 40. Francesco è lo chef dell’Imàgo, il ristorante dell’Hotel Hassler a Roma, struttura
con… Continua a leggere qui, buona lettura.

IDENTITÀ GOLOSE n° 393 – 04.03.2013,
la newsletter di Paolo Marchi

Per gentile concessione

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