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Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni

By Redazione

Sarà il Presidente del Consiglio, on. Romano Prodi, ad inaugurare l’attesa mostra forlivese dedicata a Guido Cagnacci, la cerimonia inaugurale è prevista con inizio alle 17,17 al
Teatro Diego Fabbri e vi interverranno, oltre al Presidente Prodi, il Presidente della Provincia di Forlì-Cesena, Massimo Bulbi, il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani,
il Curatore della Mostra, Daniele Benati, e il Presidente del Comitato Scientifico, Antonio Paolucci.

Sarà presente anche Sir Denis Mahon.

Guido Cagnacci: tutti lo ricordano come l’artista che meglio ha saputo trasporre sulla tela la morbida sensualità della figura femminile.
Cagnacci è certo anche questo, ma dove egli diventa veramente irraggiungibile è quando, come avviene nei «Quadroni» di Forlì con la «Gloria di San
Mercuriale e di San Valeriano», egli crea scenografie di cieli tersi, impossibili eppure reali, per grandi storie religiose.
Guido Cagnacci nacque a Santarcangelo di Romagna nel 1601 e morì a Vienna nel 1663. Le fonti lo definiscono inquieto e litigioso, capace di passioni violente e scosso da profonda
spiritualità, continuamente errante: da Rimini a Bologna, a Roma, a Forlì e poi a Venezia e infine a Vienna. Volta a volta in compagnia di giovani donne che gli facevano da
modelle e che per passare inosservate si vestivano da uomo.

A questa sua indole, a questa mescolanza di passione e spiritualità, al fatto di essere stato alla scuola di molti, senza divenire mai discepolo di alcuno si debbono capolavori che
superano ogni classificazione. Tra il naturalismo drammatico di Caravaggio e la bellezza virtuosa di Guido Reni.
Ammirato e reietto ad un tempo in una Italia che entrava appieno nel Barocco e nella Controriforma, Guido Cagnacci fu un protagonista del suo tempo.
Del Seicento egli fu protagonista, non testimone o semplice comprimario. Come un iperrealista dei nostri giorni lo affascinava l’enigma delle cose. Riuscì a rendere visibile il vero dei
sentimenti, delle emozioni, a raccontare l’anima figurando il corpo.
La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Forlì, dedica a Guido Cagnacci la più organica e ampia retrospettiva sino ad
oggi allestita in Italia.

«Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni», questo il titolo della nuova mostra, fa seguito alle fortunate esposizioni forlivesi dedicate a «Marco
Palmezzano, il Rinascimento nelle Romagne» e a «Silvestro Lega, i Macchiaioli e il Quattrocento».
La mostra su Cagnacci apre i battenti il prossimo 20 gennaio. Il percorso espositivo si articolerà all’interno delle grandi sale che costituirono la biblioteca del Convento di San
Domenico, recentemente restaurato, dove si sono tenute le due precedenti mostre.
La mostra costituirà la più grande monografica nazionale dedicata al pittore. La mostra, con oltre 90 opere, ricostruirà gli inizi della sua attività nella terra
natale, già toccata da fermenti naturalistici, per poi seguirne lo sviluppo a Roma, dove Cagnacci si recò a più riprese in compagnia di Guercino, venendo in contatto con le
opere di Caravaggio e dei suoi seguaci. In questo modo egli maturò convinzioni che si esplicano dapprima nelle bellissime opere sacre realizzate per le chiese riminesi e che non verranno
meno neanche quando la fama ormai raggiunta lo portò nuovamente a Bologna, dove si misurò con la pittura di Guido Reni, promotore di un’ arte fortemente idealizzata da cui
Cagnacci desume una nuova monumentalità ma senza che le sue immagini perdano fisicità e spessore carnale.

Per evidenziare le peculiarità di tali esperienze, la mostra affiancherà ai capolavori giovanili di Cagnacci, dipinti del Caravaggio e dei suoi seguaci, da Vouet a Van Honthorst,
da Serodine ad Orazio e Artemisia Gentileschi, a Lanfranco, nonché di Guido Reni e di Guercino. In seguito Cagnacci privilegerà soggetti profani e soprattutto di nudo femminile
che gli procureranno grande fama e lo porteranno a lavorare in ambienti segnati da una grande libertà, prima a Venezia e poi a Vienna. Grande rilievo sarà riservato anche a questa
fase dell’attività pittorica di Cagnacci.
Curatori della mostra e del catalogo (Silvana Editoriale) sono i professori Daniele Benati e Antonio Paolucci.
Nel Comitato scientifico figurano anche studiosi come Marco Bona Castellotti, Mina Gregori, Ezio Raimondi, Giovanni Gentili, Wolfang Prohaska, Lorenza Mochi Onori, Sir Denis Mahon.
La mostra prevede l’esposizione di oltre 90 capolavori, provenienti da importanti musei italiani e stranieri. Curatori dell’allestimento sono gli Studi Wilmotte et Associes di Parigi e Lucchi
& Biserni di Forlì.
Sito internet ufficiale della mostra: http://www.guidocagnacci.com

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