Gravidanza, si al bere responsabile: non danneggia lo sviluppo cognitivo del bambino

6 Ottobre 2010
Durante la gravidanza, le madri possono consumare alcolici in maniera limitata, senza pericolo di danneggiare lo sviluppo cognitivo ed emozionale dei bambini. Questa la (controversa) tesi di
una ricerca dell’University College (di Londra, Gran Bretagna), diretta dalla dottoressa Yvonne Kelly e pubblicata sul “Journal of Epidemiology and Community Health”.
La dottoressa Kelly ed il suo team hanno esaminato un campione rappresentato da 11.513 madri, che avevano partorito nel periodo settembre 2000-gennaio 2002.
Per iniziare, gli studiosi hanno creato una classificazione, in base alla frequenza di bevute delle volontarie. La scala prevedeva così: astemie; astemie in gravidanza ma di norma
bevitrici; bevitrici leggere (1 o 2 bicchieri di vino da 125 ml a settimana o due bicchierini di liquore da 40 ml); bevitrici moderate (da 3 a 6 bicchieri a settimana, o da 3 a 5 in una sola
volta); bevitrici pesanti (7 o più bicchieri a settimana o 6 in un’unica volta).
In base a tale divisione, meno del 6% delle donne era astemie, il 60% rientrava nella categoria delle astenute per la gravidanza, circa 1 su 4 (26%) era classificabile come bevitrice leggera.
Infine, circa una signora su 20 (5,5%) rientrava nelle bevitrici moderate ed una percentuale minore (2,5%) nelle bevitrici pesanti
Successivamente, i ricercatori hanno sottoposto ad esami i bimbi una prima volta a 3 poi a 5 anni. Tali test servivano ad evidenziare eventuali problemi intellettivi, cognitivi e
comportamentali.
E’ allora emerso come i figli di madri bevitrici pesanti avevano una maggiore probabilità di essere iperattivi e di avere problemi comportamentali ed emozionali rispetto ai figli le cui
madri avevano scelto di non bere durante la gravidanza. Diversamente, i bebè nati da bevitrici leggere avevano il 30% in meno di probabilità di avere problemi comportamentali
rispetto ai bambini le cui madri non avevano bevuto durante la gestazione.
Allora (questo il punto controverso del lavoro) gli scienziati hanno depurato il risultato da eventuali fattori di influenza, come reddito familiare, salute dei genitori o loro scelte
educative. Risultato, la percentuale dei (presunti) danni da alcol. Insomma, spiegano gli studiosi, per un bambino conto di più il conto in banca o il metodo educativo di mamma piuttosto
che qualche bicchierino ogni tanto.
In attesa di ulteriori conferme o smentite, gli studiosi hanno accolto tale conclusione invitando alla prudenza, consigliando cioè alle donne in stato interessante di limitare
FONTE: Yvonne J Kelly et al., “Light drinking during pregnancy: still no increased risk for socioemotional difficulties or cognitive deficits at 5 years of age?”, J Epidemiol
Community Health jech.2009.103002Published Online First: 5 October 2010 doi:10.1136/jech.2009.103002
Matteo Clerici
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