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Gran Bretagna. La crisi mette il pepe al curry

Gran Bretagna. La crisi mette il pepe al curry

By Redazione

Terra prima coloniale e poi d’immigrazione, la Gran Bretagna ospita da tempo persone originarie della penisola asiatica. Arrivati sul suolo d’Albione, tali viaggiatori hanno portato con
sé usi, costumi ed piatti tipici, in primis il curry.

E col passare del tempo, il curry è diventato quasi quello che è la pizza da noi: un piatto amato e consumato a prescindere dalla nazionalità. (D’altronde, gli italiani che
si recano in pizzeria non sono tutti meridionali).

Forse, si comprende meglio il fenomeno parlando di numeri. A fornirli, Spice Business: secondo i suoi esperti, ogni settimana oltre 2,5 milioni di persone varcano la soglia di un ristorante
indiano. Globalmente, il settore dà lavoro 80.000 persone, con un valore totale di 3,6 miliardi di sterline.

Poi, è arrivata la crisi, che ha generato una catena causa-effetto che rende difficile la sopravvivenza.

Prima di tutto, va ricordato come la maggior parte dei locali sia a conduzione familiare, il che rende difficile cambiamenti e modifiche.

Detto questo, il primo anello della catena è (ovviamente) la mancanza di soldi. Il consumatore va meno a mangiare fuori e quando lo fa snobba le “curry house” di medio-basso livello e
punta i (pochi) locali di alto livello.

Allora, per sopravvivere, i piccoli devono cambiare: personale più qualificato e cibi più innovativi.

Entrambe le cose sono difficili. I grandi chef arrivano dall’estero, ma le nuove norme per l’immigrazione ad un reddito minimo di 28.000 sterline l’anno: in base alle stime, tale cifra viene
raggiunta solo da una minima percentuale (5%) di cucinieri asiatici.

Altrettanto complicato il discorso dell’innovazione. I lunghi anni di permanenza hanno nazionalizzato il curry, rendendolo britannico come il tè, l’Union Jack od il Big Ben. Preparazioni
come il pollo tandoori chicken tikka masala sono ormai gusti comuni per i palati locali.

Avrà ben ragione il critico Pat Chapman quando dice che “La gente chiede un cambiamento”, ma cambiare (cioè innovare) il curry è come innovare le penne al sugo o la pizza
margherita.

Matteo Clerici

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