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Fettuccine a Maputo. Storie di Made in Italy in Mozambico

Fettuccine a Maputo. Storie di Made in Italy in Mozambico

By Redazione

L’Africa è una terra di grandi contrasti, di pericoli ma anche opportunità.

Ecco quindi il caso del Mozambico: diversi italiani si sono stabilitì li, per simpatie politiche o per missioni di cooperazioni umanitaria. Molti di loro sono poi diventari ristoratori
od importatori del meglio della gastronomia della patria.

Ad aprire la via, Luigi Fatti: suo il pastificio che spopolò ai tempi del colonialismo, quando Maputo era conosciuta come Lourenco Marques.

Tra i moderni, Roberto Lima.

Arrivò in Mozambico nel 1989, a seguito di due progetti italiani per la costruzione di Pequenos Libombos e Corumana, i bacini artificiali che danno l’acqua alla capitale. In seguito,
progetti falliti e mancanza di prospettive.

Allora, la decisione: sfruttando l’abilità culinaria della moglie, Lima apre a Quelimane il Restaurante da Estacao: “Per quasi 10 anni, ha servito la pizza piu’ buona dell’ Africa
Australe. Era un punto di incontro, oltreche’ un ristorante”. Oggi, l’uomo ha cambiato attività, rimanendo nel settore come importatore di alimenti italiani, in primis pasta,
extravergine d’oliva e caffè.

Invece, il romano Ettore Cerchia arriva a Maputo per turismo impegnato: ” Ero molto giovane e pieno di ideali. Il Mozambico offriva l’opportunità di mettere in pratica rapidamente le
cose in cui credevo”. Anche per lui, la trafila di incarichi con ONG e poi, il desiderio di dare una svolta. Nasce così il Campo de’ Fiori, il Jardim dos Cronistas: ristorante a gestione
pubblico-privato, tanto verde ed aria aperta. E le sue fettuccine, un’istituzione tanto tra i locali quanto tra

Altro socio del locale, Milo Gaspari, figlio d’arte: suo padre Danilo, è stato una delle autorità nazionali nel campo. Come i colleghi, è entusiasta del Paese: “E’
formidabile perchè, con un pò di pazienza, riesci a concretizzare le tue idee, i tuoi sogni”. Grazie alla sua esperienza nel settore, prima ha importato una squadra di cuochi
nostrani, poi oggi sta formando il personale del posto.

A lui anche il compito di scegliere le materie prime: quando possibile prodotti del posto, quando serve dall’Italia.

Ecco allora “La eruchetta e il basilico, le erbe italiane che si sono fatte largo nei mercati e nei piatti mozambicani, fin dai tempi d’oro della cooperazione italiana nel paese. Certo se ci
fosse un pastificio di qualita’, compreremmo anche la pasta!”.

Infine, Fabrizio Falconi, gestore del ristorante Campo di Mare. Sociologo 40enne di Treviso, arriva in Mozambico nel 2004, come cooperante: gestiva il progetto Cinema arena, proiettando film
educativi nelle zone rurali. Poi, l’incontro con gli altri e la decisione di aprire il ristorante: piatto forte, “gamberi buonissimi, pesce di ottima qualità”.

(Articolo originale di Paola Rolletta, corr. AGI Mozambico –
 
 

Matteo Clerici

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