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EXPO MILANO 2015 – Consuntivo: Cosa è piaciuto di più dentro Expo

EXPO MILANO 2015 – Consuntivo: Cosa è piaciuto di più dentro Expo

By Giuseppe

Riportiamo un giudizio critico costruttivo di Giampietro Comolli, un resoconto che cerca di mettere in evidenza ciò che non è stato fatto a Expo, pur ricoscendo l’aspetto positivo di immagine che l’Italia ha saputo presentare al mondo, grazie a Giuseppe Sala, grazie a Maurizio Martina., grazie all’estro e alla creatività di tutti coloro che si sono rimboccati le maniche e hanno portato in porto il bastimento Italia, salpato in ritardo e con l’albero maestro spezzato. Grazie quindi, non solo al Comandante ma anche a tutta la ciurma dai marinai, al più umile mozzo.

Un evento di portata planetaria che si è concluso nel migliore dei modi ma sicuramente un’occasione mancata per trasformarlo in un proficuo business per tutta l’economia italiana. Forse però siamo ancora in tempo per fare qualcosa: cerchiamo di gestire al meglio il dopo-Expo, pensando alle imprese italiane, coloro che costituiscono le vere fondamenta del tessuto economico del nostro Bel Paese.

Giuseppe Danielli
Comolli gita sul PO Milano, 30 ottobre 2015
In sintesi
Inviato a:
900 partner progetto
300 amici giornalisti e comunicatori
3250 recapiti italiani
28945 recapiti stranieri (English data&text)

Expo Milano 2015 è stato un successo di pubblico, di eventi, di attrazioni, di movida, di spettacoli, di folclore, di luna park, di curiosità. Un successo sicuramente dovuto anche da chi ha guidato tutto il sistema. Un plauso a Giuseppe Sala che ha saputo prendere le decisioni che ci volevano per far quadrare il cerchio, per guidare la barca in mezzo a tanti scettici, cassandre e altro. Noi rimaniamo della nostra opinione da sempre: abbiamo perso due-tre anni non tanto per gli appalti e costruzioni, quanto per definire una strategia globale Paese-Tema che diventasse un simbolo indelebile del core business, del vero asset economico quale è agricoltura, alimentazione, nutrizione ma collegati a cultura, storia, civiltà e a benessere, sanità, tracciabilità, salubrità, dieta.

Abbiamo dimenticato (n.d.r. Omesso) di fare comunicazione, pubblicità, promocommercializzazione turistica all’estero e in modo mirato, anticipato e continuo, privilegiando media e canali interni-nazionali e soliti, puntando sulla visibilità dei politici delegati, sulla autoreferenzialità e sostegno solo di chi ha speso-investito in padiglioni sull’area dimenticandosi che Expo Milano era anche Expo Italia.

Da qui la totale assenza di flussi turistici, ma anche solo di visitatori, da Expo verso i territori produttivi agroalimentari che avrebbero potuto far rimarcare certe peculiarità nutrizionali, dietetiche, abbinamento cibo, consumo, valore aggiunto.

I convegni dentro-Expo non hanno visto presenze di consumatori finali e di non addetti ai lavori, non abbiamo visto consumatori, tutti più impegnati agli assaggi, ai ristoranti, ai bar, ai toast, alle birrerie… (n.d.r. e in lunghe code sia all’ingresso Expo che di vari padiglioni).

Fuori-Expo non ci sono stati convegni di nota, assolutamente i primi 2 mesi abbondanti non hanno fatto segnare nulla di eclatante, il periodo estivo che doveva segnare il passo, invece è diventato il tempo del rilancio mediatico e di flussi; tutto si è concentrato in settembre ottobre, compreso le musiche, gli studenti delle scuole, i pensionati. Eppure nessuno ha parlato di Dop, Doc, Docg, Igp, Stg , de.co. cioè delle sigle che da decenni l’Italia sta considerando il fiore all’occhiello della propria alimentazione e produzione agroalimentare da esportare nel mondo.

La Carta di Milano è un grande dettato di sogni, ma senza offendere nessuno, senza scalfire lo status quo nelle sulle reali e profonde malformazioni, malgestioni, senza toccare i temi caldi del prezzo delle materie prime alimentari, del rapporto produzione consumo terra, degli ogm, dello spreco, del pericolo dei cambiamenti climatici su certi cibi.

La speranza è che qualche lungimirante Sindaco o Governatore di regione decida di offrire una eredità diversa di Expo.

 

Giampietro Comolli
per Newsfood.com
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