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Cicr, Oim, Unhcr: «Europa poco ospitale pensa troppo a propria sicurezza»

By Redazione

Europa bacchettata per l’ accoglienza ai migranti: si preoccupa troppo della sicurezza, criminalizza eccessivamente gli irregolari, limita gli accessi legali, la protezione non e’ in cima agli
interessi dei governi, è la dura critica lanciata, pur con sfumature diverse, da alcuni esponenti di organismi internazionali (Cicr, Oim, Unhcr) riuniti a Palermo, per iniziativa della
Cri, in un confronto sulle migrazioni con 28 società nazionali della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa dei paesi dell’area del Mediterraneo.

‘I governi -ha detto Alain Aeschlimann, capo ufficio protezione del Comitato internazionale Croce Rossa- non sempre sono interessati alla protezione’. ‘Vanno cercati canali di entrata
regolari’, ha affermato Peter Schatzer, direttore dell’Oim per il Mediterraneo, che ha sollecitato misure per il rimpatrio volontario. L’accusa più dura ai governi europei l’ha lanciata
Damtew Dessalegn, vicedirettore generale per il Mediterraneo dell’Unhcr: ‘la maggior parte dei migranti devono far ricorso a mezzi illegali per entrare in Europa. I canali legali sono pochi’. E
poi: ‘sono sempre più criminalizzati, si dimentica che si tratta di persone che giungono da luoghi in conflitto,che hanno bisogno di protezione. Le misure di controllo stanno aumentando
nel Mediterraneo e determinano condizioni avverse ai rifugiati e richiedenti asilo’. Le difficoltà poste dai governi nell’accogliere i migranti ‘minacciano la tradizione umanitaria che
non e’ solo un obbligo morale ma fa parte delle convenzioni internazionali’.

L’Europa, per Aeschlimann, non si occupa abbastanza della protezione umanitaria dei migranti, soprattutto di quelli irregolari, tanto che anche il sostegno di operatori umanitari ‘può’
venire strumentalizzato e visto a favore della violazione. Ma la maggior parte degli irregolari non sono pericolosi, non vanno criminalizzati. A queste persone va invece fornita assistenza. E’
un dovere e un diritto delle autorità.

Ed e’ nostro dovere, come Croce Rossa, promuovere la protezione dei vulnerabili, senza pensare al loro status giuridico, in modo indipendente ed autonomo dalle autorità’. L’esponente del
Cicr ha posto l’attenzione sul recupero dei legami familiari annunciando che il Comitato sta mettendo a punto su questo tema un piano di azione specifico.
Le donne sono una parte significative dei flussi. Il copresidente del Perco (Piattaforma europea della Croce Rossa per i migranti e rifugiati), Dejan Ukropina, ha reso noto che il 2,3% delle
migranti sono oggetto di tratta. Tahr Cheniti della Mezzaluna Rossa tunisina, ha posto l’attenzione sull’umanizzazione dei rimpatri: ‘Ho saputo che il governo francese intende aumentare nel
2008 il numero di rimpatri. Un approccio basato sulle cifre non si basa su fabbisogni umani’.

La Conferenza di Palermo dovrebbe dare il via ad accordi operativi di collaborazione fra le società nazionali della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa dell’area del Mediterraneo. Il confronto
e’ intenso e sono in corso incontri informali, anche fra società di paesi politicamente lontani. Come sta avvenendo, ad esempio, tra la società israeliana (Magen David Adom) e la
Mezzaluna Rossa libica. Del resto -ha commentato il presidente della Cri, Massimo Barra- ‘anche fra la società israeliana e quella palestinese c’e’ una fattiva collaborazione sul luogo.

Sono più avanti dei rispettivi governi e lottano per ottenere risultati di pacificazione’. Anche l’incontro palermitano e’ in tal senso un successo per Barra: ‘dimostra che parlare di
potere dell’umanità’ non e’ un esercizio retorico, ma che la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa sono assolutamente la stessa cosa e che il movimento e’ più avanti dei governi e
della stessa opinione pubblica nel dimostrare che sinergie e integrazioni sono possibili anche tra popoli di culture e tradizioni diverse’.

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