Cibo: dal pomodoro al pollo, ecco i cibi consumabili anche dopo la scadenza
30 Maggio 2014
Ridurre gli sprechi di cibo, insegnare ai cittadini a gestire la data di scadenza.
Rose Prince è una cuoca ed autrice di lbiri sul cibo: dalle pagine del Daily Mail ha lanciato “Love Food Hate Waste” (Ama il cibo, odia gli sprechi): come spiega lei stessa, la campagna ha lo scopo di “Informare le famiglie su quello che realmente deve essere buttato, e quando. Fare attenzione a quello che viene gettato nel cestino potrebbe far risparmiare circa 70 euro al mese”.
Allora, il primo passo è osservare attentamente la confezione: spesso è presente la scritta “Da consumarsi preferibilmente”. Secondo la Prince, molti vedono la data seguente come limite invalicabile: tuttavia, alcuni cibi si mantengono consumabili a lungo.
Per dare dimostrazione pratica, la cuoca ha preso in esame alcuni dei cibi più comuni.
Come i pomodori, dopo una settimana o due dal consumo preferibile, diventano migliori, più soffici, più rugosi e maturi. Infatti, a differenza di altri vegetali, i pomodori diventano più dolci col passare del tempo e sono perfettamente consumabili anche se la polpa è scura invece che giallo-arancione. Vanno evitati solo se acquosi, coperti da muffa o dall’odore alcolico.
Il pesce crudo a filetti, come il merluzzo ed il salmone, è commestibile fino a quattro settimane dopo la pesca: basta tenerlo in frigo, a temperature inferiori ai cinque gradi. Va fatta attenzione: il pesce può metterci tre settimane per arrivare dal mare al supermercato e questo non è indicato sulla confezione.
Se poi si compra pesce bianco, deve essere trasparente, con una pelle liscia, nessun odore ed una carne al tatto elastica ma soda. Se il pesce ha pelle opaca, odora di sapone ed al tatto risulta cedevole, va trattato con cautela. Se il pesce ha un colore verdastro e puzza di ammoniaca va evitato.
Le uova: in alcuni casi possono essere consumate anche cinque settimane dopo l’acquisto: il più delle volte è però bene fermarsi a tre. Per controllare, mettere l’uovo in acqua: se galleggia, l’aria è entrata nel guscio ed è da buttare. Se affonda può essere consumato.
Le salsicce, ed in genere la carne lavorata, devono essere gestite con particolare prudenza: al massimo, un giorno dopo la data indicata. Quando infatti la carne viene lavorata è esposta a batteri che possono moltiplicarsi in fretta anche in buone condizioni di conservazione. Perciò, fare attenzione ad indizi come un aspetto secco, la presenza di muffa, od un colore scuro: in questi casi, il prodotto non va consumato.
Anche il pollo si deteriora in fretta. In generale, può essere consumato al massimo dopo due giorni dalla data indicata: dopodichè, diventa necessario fare attenzione ad indizi come gli odori di latte rancido o carne andata a male.
Diversamente, la carne fresca può essere sana e saporita da mangiare anche dopo cinque settimane: basta cuocerla bene. Infatti, i batteri tendono a depositarsi negli strati esterni: se la carne viene cotta con cura ed alte temperature, può essere consumata con pochi rischi.
Secondo Prince, lo yogurt può essere consumato fino a due mesi dalla data indicata. E’ però corretto valutare caso per caso:se lo yogurt sembra chiaro e fresco, con un buon sapore, va bene. Se è presente muffa, dai vari colori, il prodotto non è commestibile.
Le spezie, come paprika o pepe di Caienna, possono durare fino a sei mesi se sottoposte a procedure, come la fumigazione o la pastorizzazione a vapore, capaci di eliminare gli acari. Se invece il prodotto è acquistato fresco, la presenza di tali insetti diventa possibile. Il segnale rivelatore è la comparsa di piccoli buchi nel cibo: se questi appaiono, la spezia non deve essere consumata.
Matteo Clerici
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