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C‘è bisogno che la scuola formi al lavoro

C‘è bisogno che la scuola formi al lavoro

By Giuseppe

C‘è bisogno che la scuola formi al lavoro

Italia. Alta disoccupazione e imprese che non trovano lavoratori. Ci sono diverse ragioni per questa situazione paradossale.

 

“C‘è bisogno che la scuola formi al lavoro” – di Achille Colombo Clerici

Italia. Alta disoccupazione e imprese che non trovano lavoratori. Ci sono diverse ragioni per questa situazione paradossale.

Giuseppe Valditara

Una delle più rilevanti è stata denunciata daI ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, nel corso del suo intervento al convegno milanese “Formazione professionale e impresa: un muro da abbattere”.

La difficoltà di reperimento del personale è del 45,6%, un dato in crescita rispetto al 38,6% dell’anno precedente. Riguarda prevalentemente dirigenti (66%) e operai specializzati (62%). Inoltre, supera i 4 mesi il tempo medio di ricerca necessario per coprire posizioni richieste dalle aziende. Il 20% delle ricerche è rivolta a laureati, il 30% a diplomati.

Nonostante la disoccupazione giovanile sia tra le più alte in Europa, non riusciamo a far sì che la formazione dia ai nostri ragazzi la possibilità di essere assunti nelle imprese che cercano perché non hanno le competenze e le qualifiche necessarie, o le hanno in modo inadeguato. Vuol dire che il sistema formativo non funziona e tutto questo mette a rischio il sistema produttivo.

Gli imprenditori sono preoccupati perché se non trovano qualifiche e lavoratori formati non possono sviluppare le loro imprese. Dunque, conclude il ministro, “dobbiamo riportare nelle scuole italiane la cultura del lavoro che deve tornare ad essere un elemento della formazione dei nostri giovani”.

Ma ci sono altri ostacoli per una proficua integrazione tra domanda e offerta. Cito la mancanza di esperienza specifica nel settore o nell’area di lavoro richiesti dalle imprese; la discrepanza salariale, con l’offerta di salari inferiori alle aspettative dei lavoratori (a differenza del resto d’Europa, in Italia i salari sono fermi da 20 anni); l’inefficienza di canali per mettere in contatto domanda e offerta; barriere linguistiche o culturali che rendono difficile comunicare e comprendere le diverse esigenze. E soprattutto problemi di mobilità in quanto le imprese possono essere localizzate in aree lontane dalla residenza dei lavoratori: e in questo caso l’essere proprietari di casa, e non in locazione, costituisce un handicap non trascurabile.

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