Carte di pagamento: al via campagna di informazione per ridurre le operazioni in contante e colmare il gap con l'Europa

8 Ottobre 2008
Sempre più italiani preferiscono le carte di pagamento – carte di debito, di credito e prepagate – al denaro contante. L’Italia ha fatto grandi passi in avanti su
questo fronte, ma deve ancora colmare il divario col resto d’Europa, dove le operazioni con il contante sono molto meno diffuse a vantaggio di strumenti più evoluti, comodi ed
efficaci.
Un Paese più moderno, efficiente e sicuro, infatti, passa anche attraverso il maggiore utilizzo di strumenti di pagamento elettronici e la riduzione del denaro contante in
circolazione.
Per questo, PagoBancomat e Visa hanno realizzato un’ampia campagna di informazione e sensibilizzazione che parte proprio in questi giorni con spot televisivi, pagine sui quotidiani
nazionali, manifesti nelle stazioni ferroviarie e nei centri commerciali, brochure distribuite agli sportelli delle banche ed un sito internet dedicato all’iniziativa.
“Usare di più le carte di pagamento che già si trovano nei portafogli degli italiani – ha detto il Presidente del Consorzio Bancomat, Giuseppe Zadra –
vuol dire far fare un ulteriore salto di qualità al Paese verso una maggiore efficienza e innovazione, abbattendo gli alti costi di gestione del denaro contante, sostenuti da
Pubblica Amministrazione, imprese e banche, ed il suo costo sociale legato agli episodi criminali come furti e rapine”.
In Italia, la gestione del denaro contante costa circa 10 miliardi di euro l’anno al Sistema-Paese. Di questi, due terzi pari a 7,1 miliardi sono a carico delle imprese, mentre un
terzo pari a 2,8 miliardi grava sui bilanci del settore bancario. A questa somma vanno aggiunti gli alti costi sostenuti ogni anno dalla Pubblica Amministrazione.
Nel presentare la campagna, Davide Steffanini, Direttore Generale di Visa Europe in Italia, ha dichiarato: “Rispetto alla maggioranza degli altri paesi europei, in Italia prevale
un utilizzo delle carte di pagamento legato principalmente agli acquisti non frequenti, in genere di valore elevato. Con questa campagna vorremmo far conoscere meglio ai consumatori
italiani questi strumenti di pagamento – dimostrandone la semplicità d’uso, il migliore controllo delle uscite e la maggiore sicurezza rispetto a contanti e assegni –
e favorire un maggiore utilizzo delle carte, anche per i piccoli acquisti quotidiani.” “La nostra pluriennale esperienza in Europa ci fa affermare con certezza che se l’uso
del contante fosse ridotto al livello dei paesi che ne fanno l’uso più limitato, si realizzerebbe un risparmio di alcuni miliardi di euro” ha concluso Steffanini.
Ma quante sono le carte di pagamento in circolazione ed in che modo e da chi vengono utilizzate? Ecco la fotografia del “denaro di plastica in Italia” che emerge da una
ricerca condotta in occasione dell’avvio della campagna.
Quali sono le carte di pagamento?
Le carte di debito sono collegate ad un conto corrente bancario, dove vengono addebitati i pagamenti ed i prelievi di contante, contestualmente alle transazioni effettuate o con una
minima dilazione temporale.
Le carte di credito consentono di spendere fino ad un limite massimo mensile. L’importo dei pagamenti e dei prelievi effettuati nel periodo viene saldato in un’unica
soluzione alla fine del mese.
Le carte prepagate, non necessitano di un conto corrente dal momento che l’importo spendibile è stato preventivamente “caricato” direttamente sulla carta.
Esistono due tipi di carte prepagate: le ricaricabili, che consentono di ripristinare il deposito con versamenti successivi un po’ come avviene per le ricariche telefoniche, e le
“usa e getta”, che diventano inutilizzabili una volta esaurito l’importo caricato al momento dell’attivazione delle carte.
Quante sono le carte di pagamento?
Le carte di pagamento nelle tasche degli italiani oggi sono oltre 67 milioni, più del doppio rispetto al 1998 quando le “carte di plastica” erano circa 28 milioni. Di
queste, le carte di debito sono 29,3 milioni, mentre le carte di credito sono circa 30,4 milioni, a cui si aggiungono circa 3,3 milioni di carte prepagate.
Quanti italiani le usano?
Un italiano su due ha nel portafogli una o più carte di pagamento. I possessori di carte, infatti, sono oltre 23,5 milioni, pari al 48% della popolazione nazionale.
In particolare, oltre 23 possiedono una carta di debito e, di questi, il 64% la utilizza da una a quattro volte al mese, mentre il 18% la “striscia” meno di una volta al
mese.
Quasi 9 milioni di italiani hanno invece la carta di credito, usata nel 54% dei casi, da una a quattro volte al mese e, nel 33%, meno di una volta al mese.
Chi ha la carta di debito?
La carta di debito “piace” sia agli uomini che alle donne, soprattutto se laureati. Ce l’hanno, infatti, circa il 69% degli uomini ed il 56% delle donne mentre, per quanto
riguarda il titolo di studio, i possessori di questo strumento di pagamento aumentano di pari passo con il livello di istruzione: l’82% dei laureati, contro il 77% dei diplomati ed il
66% di quanti hanno un diploma di scuola media inferiore.
La carta di debito è adatta a tutte le età. Secondo uno studio Eurisko, infatti, gli italiani cominciano ad usarla giovanissimi: ce l’ha il 54% dei ventenni ed il 71% dei
trentenni. Sono soprattutto i quarantenni (78%) ed i cinquantenni (74%) a “strisciarla”, ma resta nelle tasche degli italiani fin dopo la pensione (ce l’ha il 62% dei
sessantenni ed il 42% dei settantenni).
I titolari di carta di debito abitano più spesso nelle grandi città che nei piccoli centri (75% contro 62%) e soprattutto al Nord Italia piuttosto che al Centro ed al Sud
(circa 72% contro 66% e 57%).
Chi ha la carta prepagata?
Le carte prepagate sono nei portafogli del 14% degli uomini e dell’8% delle donne. Per quanto riguarda il titolo di studio, posseggono questo strumento di pagamento il 17% dei
laureati, contro il 15% dei diplomati ed il 9% di quanti hanno un diploma di scuola media inferiore.
La carta prepagata si trova soprattutto nelle tasche dei giovanissimi: ce l’ha il 63% dei ragazzi con meno di ventiquattro anni, mentre il numero dei possessori diminuisce tra i
giovani di venticinque e ventisei anni (21%), i trentenni (17%), i quarantenni (14%), i cinquantenni (11%), i sessantenni (11%) e soprattutto i settantenni (9%).
I possessori di carte prepagate abitano tanto nelle grandi città che nei piccoli centri (17% contro 13%) e quasi indifferentemente al Nord, al Centro ed al Sud Italia (circa 12%
contro 16% e 11%).
Chi ha la carta di credito?
I titolari di carta di credito sono un po’ più uomini (il 38%) che donne (il 25%). Per quanto riguarda il titolo di studio, i possessori di questo strumento di pagamento
aumentano di pari passo con il livello di istruzione: l’62% dei laureati, contro il 47% dei diplomati ed il 28% di quanti hanno un diploma di scuola media inferiore.
La carta di credito si trova soprattutto nelle tasche dei trentenni (43%), dei quarantenni (45%) e dei cinquantenni (40%), mentre il numero dei possessori diminuisce tra i ventenni
(34%), i sessantenni (32%) e soprattutto i settantenni (15%).
I titolari di carte di credito abitano più spesso nelle grandi città che nei piccoli centri (49% contro 28%) e soprattutto al Nord Italia piuttosto che al Centro ed al Sud
(circa 38% contro 36% e 29%).
Quanti negozi accettano le carte?
La crescita costante dell’utilizzo delle carte in Italia è resa possibile anche dal fatto che un numero sempre maggiore di negozi grandi e piccoli le accettano: ha un POS il 93%
degli esercizi commerciali, mentre solo il 7% non l’ha ancora adottato. Secondo l’indagine Eurisko, le principali motivazioni che spingono i commercianti ad accettare i pagamenti con il
“denaro di plastica” sono: la volontà di venire incontro alle esigenze del cliente (69%) e la grande comodità di questi strumenti (52%). Anche dal punto di
vista degli esercenti, infatti, la diminuzione dei pagamenti in contante equivale ad una maggiore sicurezza contro furti, rapine e falsi, e ad una migliore gestione della
contabilità.
Quanto si spende con le carte?
La spesa media che gli italiani fanno con la carta di debito è di circa 88 euro, mentre quella con la carta di credito è di 176 euro. Al supermercato mediamente si
spendono circa 55 euro con la prima e 74 con la seconda, mentre per lo shopping in abbigliamento gli scontrini medi salgono rispettivamente a 74 e 174 euro. Le spese più
consistenti fatte con il “denaro di plastica”, invece, sono per gli elettrodomestici ed altri oggetti d’arredamento: 140 euro con la carta di debito e 391 con la carta di
credito. Un altro luogo dove questi strumenti di pagamento si usano spesso e volentieri sono i ristoranti, con una spesa media di 93 euro con la carta di debito e 101 con la carta di
credito.
La campagna
Gli italiani, però, malgrado la diffusione e l’utilizzo sempre maggiore delle carte, sono ancora quelli che in Europa le usano meno di tutti, ad eccezione dei greci. Ogni
italiano, infatti, fa mediamente 21,6 operazioni con carte di pagamento l’anno, meno della metà della media europea pari a 50,5. I più virtuosi sono i finlandesi (153,9),
gli inglesi (111,4), gli olandesi (103,2), i francesi (89,5), i belgi (85) ed i portoghesi (74,9).
Un po’ meno, ma comunque più degli italiani, le usano gli irlandesi (48,6), gli spagnoli (38,5), gli austriaci (37,9) e i tedeschi (30,1). Solo i greci fanno meno operazioni con
il “denaro di plastica” (6,5).
Per colmare il gap col resto d’Europa e favorire un maggior uso delle carte di pagamento rispetto al contante, PagoBancomat e Visa hanno realizzato una campagna di comunicazione ed
informazione che parte in questi giorni e si concluderà in primavera.
La campagna di sensibilizzazione si rivolge a tutti con l’obiettivo di presentare le carte di pagamento a trecentosessanta gradi, sottolineandone la modernità ed i vantaggi
che facilitano la vita di tutti i giorni, risolvendo anche alcuni dei problemi e dei rischi legati all’utilizzo del denaro contante. La campagna è incentrata sui tre
maggiori punti di forza delle carte di pagamento: sicurezza, comodità e controllo. E proprio questi tre aspetti sono declinati nella creatività di manifesti, stampa, TV,
radio ed internet.