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Cardinale Carlo Maria Martini – Il ricordo di Achille Colombo Clerici

Cardinale Carlo Maria Martini – Il ricordo di Achille Colombo Clerici

By Redazione

E’ nato a Torino ma ha saputo conquistarsi il rispetto dei milanesi credenti ed anche dei laici, ed a diventare un milanese a tutti gli effetti.
Nelle parole di Achille Colombo Clerici trapela un grande rispetto ed un cordoglio non comune che restano nel ricordo di chi lo ha conosciuto da vicino.
 

Data: 02 settembre 2012 15.54.10 GMT+02.00
Oggetto: Cardinale Carlo Maria Martini – Il ricordo di Achille Colombo Clerici – Intervista di Vito Luise

A s s o e d i l i z i a
Achille Colombo Clerici:
” Il Cardinale Carlo Maria Martini è già nella storia di Milano e la sua figura richiama quella di altri illustri predecessori, da Sant’Ambrogio a San Carlo Borromeo.

In ventitrè anni di guida morale e spirituale, e non solo, della più grande diocesi del mondo si è conquistato la stima profonda, la sincera ammirazione e il grande affetto
di credenti e non credenti”.

Così il presidente di Assoedilizia e di Amici di Milano Achille Colombo Clerici ha espresso il dolore per la scomparsa del grande presule.

– Un dolore tanto più vivo in quanto lei ha conosciuto bene il Cardinale Martini

“Nel corso degli anni, ho avuto il privilegio di poterlo incontrare in  parecchie  occasioni e di conoscerlo, credo in modo più autentico, al di là di una conoscenza
superficiale e casuale.

Mi ha nominato, nei primi anni ottanta, componente il Consiglio Pastorale della Diocesi di Milano e per un lustro si sono susseguite numerosissime riunioni del Consiglio – al Seminario di Milano,
in corso Venezia, altre nella dimora di Gazzada e nel ritiro di Triuggio – alle quali non mancava mai di partecipare, nonostante i suoi vasti impegni.

Ricevuta la lettera di nomina, ebbi modo di esprimere la mia soddisfazione ad alcuni prelati della Curia di Milano: “Nel rivolgersi al Cardinale per l’accettazione – mi raccomandarono – non
enfatizzi troppo la cosa. Sua Eminenza non ama la cerimoniosità.”
Indice di una propensione all’essenzialità.   

– Cosa l’ha particolarmente colpita di lui?

“Godeva di un seguito generale ed incondizionato: tali erano la sua autorevolezza ed il suo carisma.

La sua figura austera e ieratica accentuava queste qualità: ma quando iniziava il discorso il suo dire pacato e scarno, scevro di ogni orpello letterario, arrivava alla ragione ed al cuore
dell’ascoltatore, toccandone tutte le corde.

Iniziava immancabilmente dall’esegesi del testo sacro e riusciva a scandagliare il significato profondo della Parola, percorrendo tutte le sfumature del pensiero.

Quell’incipit poteva sembrare a prima vista uno stilema di comodo, usuale e ripetitivo, ma non lo era: era viceversa l’atteggiamento umile del servo di Dio che nulla vuole aggiungere di proprio
alla essenzialità della Parola divina.
Quale insegnamento! L’ho capito non subito, ma negli anni vedendo con quale scrupoloso rigore procedeva nello svolgimento del discorso, senza indulgere a fronzoli ad effetto che avrebbero potuto
appagare certamente la vanità, ma che nulla avrebbero aggiunto alla essenzialità della Parola.”

– Come ha visto Martini uomo di Dio?

“Fedele all’essenza del Cristianesimo “et Verbum caro factum est ” ed alla finalità principale della Chiesa, che non e’ gia’ soltanto quella di fare la carità o l’assistenza o le
opere di bene come taluni ritengono, bensì quella ben più profonda ed essenziale di diffondere la Parola di Dio; da questa discende, come conseguenza, tutto il bene che deriva dalla
presenza e dalla azione della Chiesa nel mondo.

E quale efficace interprete della Parola di Dio era il cardinal Martini: saggio e fermo come deve essere un  fedele testimone di Dio. In questo suo essere servo di Dio, prima che preoccupato
di se’, sta il suo esemplare insegnamento di vita.”

– E nel suo manifestarsi nelle cose terrene?

“Come nel rapporto con Dio, altrettanto rigoroso era nel rapporto con l’uomo. Capacita’ ed inclinazione all’ascolto, alla comprensione, al dialogo.

Anche di fronte alle istanze più impellenti presentate dalla vita moderna, la sua comprensione, quindi i termini del dialogo, non arrivavano a spingersi sul terreno della comoda
mediazione, ma cercavano di cogliere le ragioni di ciascuna posizione per tentare la via di possibili soluzioni.

In ventitrè anni di ministero pastorale nell’Arcidiocesi milanese, la sua guida spirituale, morale e direi anche culturale, ha costituito un punto di riferimento fermo, costante e
rassicurante, nella vita della Chiesa e della città.

Ha giganteggiato negli anni più difficili della storia di Milano: gli anni della traumatica  trasformazione da capitale industriale a capitale del terziario; da capitale
dell’integrazione e dell’accoglienza a capitale della paura e del terrorismo; da capitale morale a capitale della corruzione; rappresentando sempre un punto di riferimento, un approdo sicuro. Per
questa sua dedizione Milano gli deve riconoscenza. “

– Al di là del luminoso ricordo, cosa conserva di Martini?

“Conservo di Lui un ricco epistolario, con scritti anche recenti, non di suo pugno, ma verbalizzati da chi lo assisteva. Un vero tesoro di umanità e di saggezza.”

Note su Carlo Maria Martini
(da wikipedia)

Sacerdote e biblista
Nasce a Torino il 15 febbraio 1927
Entra nella Compagnia di Gesù nel 1944 all’età di 17 anni nel convento di Cuneo, compie gli studi presso l’Istituto Sociale di Torino e riceve l’ordine sacro il 13 luglio
1952.

Consegue il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1958, con una tesi dal titolo Il problema storico della Risurrezione negli studi recenti. Prosegue gli
studi in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico, dove nel 1962 gli viene assegnata la cattedra di critica testuale e il 29 settembre 1969 viene nominato rettore.

Nel 1978 papa Paolo VI lo nomina  rettore della Pontificia Università Gregoriana.
Nella Quaresima dello stesso anno viene inoltre invitato dal papa a predicare il ritiro annuale in Vaticano.

Nominato arcivescovo di Milano il 29 dicembre 1979 da papa Giovanni Paolo II, viene da lui consacrato in San Pietro il 6 gennaio successivo; il 10 febbraio 1980 fa l’ingresso nella diocesi
ambrosiana, succedendo al cardinale Giovanni Colombo.

Nel novembre dello stesso anno avvia nella diocesi la pratica delle “Scuole della Parola”, ricalcate sulla Lectio divina, che insegnino a «leggere un testo biblico usato nella liturgia
per gustarlo nella preghiera e applicarlo alla propria vita».

Il 2 febbraio 1983 è creato cardinale con il titolo di Santa Cecilia da papa Giovanni Paolo II.
Nel 1984 Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano e neo cardinale, riceve nel capoluogo lombardo papa Giovanni Paolo II.
Nel 1986 diventa presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa, carica che manterrà fino al 1993.
Nel 1987 avvia nella diocesi l’iniziativa, conclusasi nel 2002, della Cattedra dei non credenti, occasione di incontro e di dialogo tra cristiani e non credenti, rivolta nelle intenzioni di
Martini a tutti i “pensanti” senza distinzione di credo.

Nel 1989 riceve la laurea honoris causa dalla Pontificia Università Salesiana per il suo programma pastorale sull’educazione, presentato nella lettera pastorale Educare ancora del
1988.

Nel 2002 riceve una seconda laurea honoris causa, sempre in Scienze dell’Educazione, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Il 4 novembre 1993 convoca il 47º sinodo diocesano di Milano[5], che si conclude nel 1995.
Massimo propulsore dell’ecumenismo tra le varie Chiese e confessioni cristiane da parte cattolica, sollecita a Milano la fondazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane.
 

Promuove in maniera coraggiosa rispetto al magistero il dialogo tra Cristianesimo e ebraismo, segnando in materia una svolta non solo a Milano e in Italia, ma in Europa e in Occidente; in
questo campo trova la piena collaborazione e adesione da parte di intellettuali come Paolo De Benedetti e il Rabbino Capo di Milano, Giuseppe Laras.

L’11 luglio 2002 vengono accettate dal papa le dimissioni per sopraggiunti limiti di età, presentate secondo le norme del Codice di diritto canonico al compimento dei 75 anni. Diventato
arcivescovo emerito di Milano (gli succede il cardinale Dionigi Tettamanzi), fino alla fine del 2007 vive prevalentemente a Gerusalemme, dove riprende gli studi biblici.

In quanto cardinale elettore, partecipa al conclave del 2005, che elegge papa il cardinale Joseph Ratzinger (papa Benedetto XVI). In tale occasione, viene indicato dai media come uno dei
“papabili” sostenuto dall’ala più progressista del collegio cardinalizio. In realtà, secondo il resoconto più puntuale di quel conclave, fornito da un cardinale anonimo e
raccolto dal vaticanista Lucio Brunelli, Martini avrebbe ottenuto meno consensi del previsto e il duello sarebbe stato tra Ratzinger e Bergoglio.

Nel corso del 2006 ha ricevuto la laurea honoris causa in medicina dall’Università Vita-Salute San Raffaele e l’11 giugno 2006 in filosofia dall’Università Ebraica di
Gerusalemme.

Il 29 luglio 2007 Martini in un’intervista sulle pagine culturali del quotidiano economico Il Sole 24 ore critica il motu proprio “Summorum Pontificum” con il quale papa Benedetto XVI ha
liberalizzato la celebrazione della messa con il rito tridentino, apprezzando però «la volontà ecumenica a venire incontro a tutti» mostrata dal papa.

Rientra in Italia, definitivamente, nel 2008 e si stabilisce presso l’Aloisianum di Gallarate, per poter curare il morbo di Parkinson di cui è affetto, malattia che rapidamente lo
costringe al silenzio e all’immobilità.

Carlo Maria Martini all’Università Vita-Salute San Raffaele nel 2010.
Nel marzo 2010, in tema alle vicende sulla pedofilia nella Chiesa cattolica, alcune agenzie e testate hanno riportato un suo pronunciamento favorevole al ripensamento dell’obbligo di celibato
dei preti.[12] In un comunicato diffuso però dall’arcidiocesi di Milano, egli ha smentito queste dichiarazioni, spiegando che anzi ritiene «una forzatura coniugare l’obbligo del
celibato per i preti con gli scandali di violenza e abusi a sfondo sessuale».

Giovedì 30 agosto 2012 l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, annuncia l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, invitando i fedeli dell’intera arcidiocesi e quanti hanno
avuto modo di conoscerlo e l’hanno caro a pregare per lui. Rifiuta l’accanimento terapeutico e muore a Gallarate alle 15:45 di venerdì 31 agosto 2012. I funerali saranno celebrati
lunedì 3 settembre alle ore 16 nel Duomo di Milano, dove sarà sepolto presso l’altare del Crocifisso.

Redazione Newsfood.com

In foto:

1) Nel 1993 Basilica di S. Satiro Milano. Inaugurazione dopo i restauri.
Sullo sfondo l’ex assessore al Comune di Milano Carlo Radice Fossati.

2) Nel 1995 al Seminario Arcivescovile di corso Venezia Milano – a sin. Colombo Clerici; a dx il Card. Martini ; sullo sfondo l’allora vice Sindaco di Milano e la Consigliera Comunale Letizia
Gilardelli

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