Brasile: il fast food diventa nemico pubblico

5 Luglio 2012
Le autorità del Brasile si sono attivate, con un duplice scopo. Le loro leggi vogliono proteggere e diffondere l’alimentazione tradizionale e nel contempo ostacolare la diffusione dei
fast food e degli alimenti forniti da questo genere di locali.
A descrivere il fenomeno, una ricerca dell’Università di San Paolo (sezione Centro Studi epidemiologici ), diretta dai dottori Carlos Monteiro e Geoffrey Cannon e pubblicata su “PloS Medicine”.
Secondo gli scienziati, tutto parte dall’avanzata aggressiva del cibo spazzatura, spesso oggetto di una pubblicità invadente fatte dai colossi alimentari, spesso multinazionali
straniere. Così, ampie fasce di popolazione hanno abbandonato la cucina tradizionale per cibarsi con frequenza di quelli che vengono definiti alimenti da Big Food e Big Snack. Tale
cambio di campo nutrizionale ha danneggiato la sanità e la salute pubblica, costrette a far fronte ad una crescita di casi di obesità e malattie croniche collegate.
Perciò, l’azione dei politici carioca vuole risolvere il problema alla radice, trasformando la scuola in luogo di educazione al cibo sano. In base ai nuovi provvedimenti, ogni alunni
delle scuole statali ha diritto ad un pasto a scuola al giorno. Dei cibi presentati, il 70% deve essere fresco o trattato al minimo ed il 30% provenire dalle coltivazioni di agricoltori locali.
In questo modo, il governo vuole ridurre le malattie alimentari al minimo tramite una corretta educazione e rendere i cittadini meno amanti degli junk food importati dalle multinazionali
straniere.
Matteo Clerici