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Bersani: «minore inflazione grazie a liberalizzazioni»

By Redazione

Roma, 31 Ottobre 2007 – «L’attuale spinta inflazionistica registrata a livello europeo è preoccupante e richiede massima attenzione e vigilanza a tutti i livelli, l’Italia
resiste grazie al solo contributo dei settori toccati dalle liberalizzazioni».

Il ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, analizzando i dati provvisori sull’inflazione del mese di ottobre diffusi da Istat e Eurostat individua in «fattori di carattere
internazionale quali l’aumento del prezzo internazionale del petrolio e delle materie prime alimentari», le cause prevalenti dell’impennata.

Il ministro spiega, in un comunicato stampa, che «queste tensioni hanno condotto l’inflazione dei paesi dell’Area Euro al 2,6% tendenziale, mentre l’Italia si posiziona al di sotto di
questo valore confermando così la minor dinamica inflazionistica che si è registrata già a partire da aprile scorso, invertendo così una storica tendenza dell’Italia
a posizionarsi sopra la media europea». «Resistiamo a queste eccezionali e preoccupanti tendenze internazionali – sottolinea Bersani – in virtù delle variazioni negative dei
prezzi di settori come le comunicazioni e i medicinali, oggetto di specifici provvedimenti di liberalizzazione».

A limitare l’aumento dell’inflazione hanno concorso, infatti, il calo delle tariffe di telefonia mobile (- 15,5%) e i farmaci coperti dal SSN, che continuano a risentire degli effetti dei tagli
di prezzo operati dall’AIFA nonché degli sconti che ormai da tempo vengono praticati sui farmaci da banco. «In assenza di tali misure, l’inflazione in Italia avrebbe sicuramente
seguito più da vicino la fiammata che si è registrata a livello europeo. Questa è la prova lampante – evidenzia Bersani – che abbiamo bisogno di continuare sulla strada
delle liberalizzazioni e approvare entro l’anno il «terzo pacchetto» all’esame del Parlamento che, tra l’altro, impegna ogni anno il governo a presentare una legge sulla concorrenza
ela tutela dei consumatori».

Il ministro, infine, segnala ancora una volta «il fatto che l’Unione Europea assiste passivamente all’incredibile aumento del prezzo internazionale del greggio che, seppur sensibile a
dinamiche di carattere strutturale, in questa fase appare maggiormente ed evidentemente determinato anche da fattori speculativi a livello internazionale».

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