Arrestato un ultrà, neofascisti gli autori dell'aggressione di Verona
4 Maggio 2008
Apparterrebbero alla formazione di estrema destra «Fronte veneto Skinheads» i cinque aggressori di Nicola Tommasoli, il 29enne picchiato e ridotto in fin di vita, in pieno centro a
Verona, il 1 maggio scorso, perché si era rifiutato di offrire una sigaretta, due balordi sono stati identificati ma sono fuggiti all’estero, un terzo, invece, un ventenne appartenente a
una benestante famiglia veronese, si è costituito e ha confessato.
Adesso si trova nel carcere di Montorio. Il giovane, che non ha fornito elementi per identificare i due aggressori di cui non si conosce ancora l’identità, è un ultrà
neofascista, già responsabile di aggressioni a sfondo razzista e violenze negli stadi. Per questo era sottoposto a Daspo, il divieto di frequentare gli stadi di calcio. Un anno fa il
ventenne era stato indagato dalla Digos veronese, insieme ad altre 16 persone, per associazione a delinquere finalizzata alla discriminazione razziale. Il gruppo di neofascisti, molti dei quali
ultrà del Verona, era specializzato in una sorta di «caccia al diverso».
Nel mirino non solo extracomunitari, ma anche i ragazzi italiani che frequentano il centro storico di Verona. Persone come Nicola Tommasoli, insomma, che è ancora ricoverato in
gravissime condizioni all’ospedale Borgo Trento.