NO ALLA RIFORMA DEL CATASTO … come vorrebbe l’Europa

5 Ottobre 2019
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Date: Sat, 5 Oct 2019
Subject: QN IL GIORNO pag. 22 · 05-10-2019 «NO ALLA RIFORMA DEL CATASTO» (Achille Colombo Clerici)
QN IL GIORNO pag. 22 · 05-10-2019 «NO ALLA RIFORMA DEL CATASTO»
di Achille Colombo Clerici
Vigilare. Questo era stato l’avvertimento che, solo tre settimane fa, lanciavo dal Forum di Ambrosetti Cernobbio a proposito di una possibile recrudescenza del carico fiscale sugli immobili, ottenuta con una riforma catastale.
Ed immancabilmente eccola profilarsi all’orizzonte, sempre su “raccomandazione” della infaticabile Unione Europea ( Ecofin Consiglio dei Ministri economici degli Stati membri ) – che di riforma del catasto poco sa, ma alla quale preme solo che in Italia gli immobili paghino piu’ tasse, per cui la revisione catastale e’ una ghiotta occasione. Lo prevedeva, in prima stesura, la Nadef, Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza.
Il Governo, tuttavia, a seguito della denuncia di Confedilizia, per bocca del viceministro dell’economia Antonio Misiani, ha subito affermato che non e’ sua intenzione dar corso al questa riforma.
L’idea dell’Europa al proposito e’ quella della perequazione: livellare cioe’ le rendite storiche e quindi i valori imponibili, che son piu’ bassi, a quelle piu’ attuali portando i relativi valori ai prezzi di mercato.
Senza tener conto del fatto che la minore entita’ delle rendite non determina minimamente un introito fiscale meno congruo: perche’ il meccanismo dei coefficienti moltiplicatori e soprattutto quello delle aliquote e’ sempre bastato alla bisogna. Semmai ad abbassarsi dovrebbero esser le rendite piu’ recenti.
Innalzare i valori adeguandoli al mercato significherebbe innescare un gioco al massacro, che nessun controllo di invarianza del gettito, ne’ in sede comunale, ne’ tantomeno in sede nazionale, potrebbe evitare.
Sulla questione ci siamo gia’ soffermati su queste colonne, qualche settimana fa.
Ma in questa riforma, quale giace nei cassetti dell’Agenzia delle Entrate, c’e’ un’altra grave criticita’: si e’ addirittura sovvertito il sistema per portare a conoscenza degli interessati la variazione delle rendite ed i nuovi valori.
Aspetto rilevantissimo, poiche’ dal momento della piena conoscenza da parte del destinatario decorrono i termini per l’impugnazione innanzi alle commissioni tributarie.
Prima il contribuente era garantito dal sistema della notificazione: aspettava al suo domicilio che gli “consegnassero nelle mani” l’atto tributario che lo riguardava, cioe’ l’accertamento della nuova rendita.
Ora questo atto se lo deve andare a cercare. All’albo pretorio, attualmente on line in molti comuni, dove certamente l’affissione non e’ una notificazione, nonostante la legge la definisca tale.
Ad abundantiam si prevede che la comunicazione gli arrivi in ufficio mediante la pec (posta elettronica certificata).
Non parliamo dei proprietari persone fisiche, pensionati, piccoli risparmiatori, anziani, assistiti, assenti e via dicendo. Il sistema, stiamone certi, non e’ sicuro nemmeno per le grandi immobiliari, i fondi, le Siiq e le Siinq: cioe’ per i professionisti del settore.
Poiche’ pur anche una miriade di mezzi di comunicazione collettiva e digitale, non puo’ equivalere e quindi sostituire la semplice consegna dell’atto “nelle mani” del destinatario.
Foto:
– Antonio Misiani, Vice Ministro dell’Economia con Achille Colombo Clerici