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Vecchioni: all’agricoltura incentivi e non sussidi

Vecchioni: all’agricoltura incentivi e non sussidi

By Redazione

«Incentivi, come sta avvenendo per molti settori economico-commerciali con un ruolo trainante per la crescita del Paese. Non sussidi, quelli si danno a chi non è in grado di
sopravvivere». Il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, ha lanciato al governo ed all’Unione Europea il messaggio di un’agricoltura italiana pronta a dare il suo sostanziale
contributo alla ripresa economica nazionale e comunitaria se messa in grado di competere con i competitor internazionali nella logica di regole comuni per tutti.

«Noi non siamo dei super giardinieri», ha sottolineato Vecchioni, che parlava ad Orvieto, nel corso dell’incontro tra i dirigenti locali dell’Organizzazione agricola e il candidato
alle elezioni europee Federico Eichberg.

«L’agricoltura, rappresenta oggi, in tempi di fluttuazioni anomale e forzate sui mercati internazionali delle commodity, un ruolo strategico per garantire l’autosufficienza alimentare ad
ogni fascia di  cittadini e produrre reddito» ha proseguito Vecchioni, ed ha aggiunto: «tutto ciò garantendo quella sicurezza ambientale di cui l’agricoltura è il
primo e più importante tutore».

Incentivi, dunque, ad un settore che, in una congiuntura come l’attuale, può essere un valido ammortizzatore sociale alla disoccupazione.

«Dobbiamo avere meno ostacoli nella nostra missione che è quella di produrre», ha ribadito il presidente di Confagricoltura riferendosi al pesante fardello burocratico che
grava sul settore.

«Il profitto è strategico come valore economico del Paese e quindi non si vede perché se si concedono, giustamente, facilitazioni per salvare la produttività di un
grande gruppo automobilistico, non si possa fare altrettanto per incentivare l’attività di un settore a cui tutti si rivolgono quotidianamente per ogni necessità
alimentare».

E proprio sui temi di incentivare chi svolge l’attività d’imprenditore e garantire la sovranità alimentare del Paese è intervenuto il sottosegretario alle Politiche
Agricole Antonio Buonfiglio, presente all’incontro.

In agricoltura, ha detto l’on. Buonfiglio, vanno eliminate a livello europeo posizioni contrastanti come quelle per cui, in base a logiche salutistiche, si cancellano 50/60 mila posti di lavoro
in Italia riformando le regole comunitarie sul tabacco, senza peraltro limitare l’importazione da Paesi esterni all’Unione, e poi si stabilisce che l’aranciata possa essere fatta senza l’uso
delle arance con disastrosa ricaduta, facilmente immaginabile, per l’agrumicoltura.

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