Usa, al via la strategia negoziale contro la Corea del Nord

27 Giugno 2009
Gli Stati Uniti provano a creare un fronte comune contro la Corea del Nord.
L’ amministrazione Obama ha dato a Philip S. Goldberg, diplomatico di lungo corso, il compito di formare una coalizione disposta ad opporsi al regime di Pyongyang.
Goldberg ed i suoi collaboratori sono già al lavoro, in viaggio verso la Cina ed altri Stati dell’ area, al fine di potenziare le sanzioni ed impedire allo “Stato canaglia” l’ accesso a
risorse finanziarie e tecnologiche esterne, con particolare attenzione ai componenti missilistici e nucleari.
Così una fonte dell’ ambasciata (che ha chiesto di rimanere anonima) ha riassunto l’etica del progetto: “Disponiamo di strumenti potenti; la sfida vera sarà utilizzarli in
maniera efficace”.
Va comunque rivelato come esistano ancora delle zone grigie strategiche di incerta definizione.
Recentemente, ad esempio, un cacciatorpediniere americano ha rilevato la presenza di una fregata nordcoreana nel Mar Cinese meridionale: in quanto sospetta portatrice di merci sottoposte ad
embargo delle Nazioni Unite, la nave potrebbe essere il bersaglio ideale di un’ azione di forza.
Gli esperti militari di Washington sono però convinti che sia più efficace dare la caccia ai soldi, non alle navi dei coreani: i politici di Pyongyang hanno affermato che
considereranno ogni interferenza alla loro marina un atto di guerra e nessuno sembra essere disposto a vedere il loro bluff.
Per questi motivi, l’ amministrazione Obama sta concentrando la maggior parte delle risorse nel fare terra bruciata intorno all’ avversario, tagliando i finanziamenti esteri ed impedendo l’
importazione di tecnologia missilistica. Ma i primi avversari che i negoziatori Usa dovranno affrontare non saranno fanatici militari socialisti o loschi maneggioni internazionali, ma le
pastoie e le guerre di cortile tra enti statali.
A tal proposito, famoso (in negativo) è l’incidente del 2005. In quell’anno, i funzionari del Dipartimento del tesoro iniziarono una campagna contro un’anonima banca di Macao che
svolgeva funzioni d’ intermediazione per conto della Corea del Nord; l’operazione ebbe successo ed i coreani furono costretti a trattare.
Al momento di raccogliere i frutti del lavoro e costringere l’avversario a limitare il proprio programma nucleare, proprio l’ azione del Dipartimento del tesoro impedì al Dipartimento di
Stato di affondare il colpo.
Per questo, afferma un altro membro dell’ amministrazione americana, il compito primario di Goldberg e collaboratori sarà di “assicurare una maggiore cooperazione” tra
Dipartimento di Stato, del Tesoro, del Commercio, il Pentagono e le varie Agenzie
Questioni di famiglia a parte, il bersaglio grosso del nuovo corso sarà la Cina.
I coreani, che intrattengono con Pechino buoni rapporti commerciali, ritengono che la partecipazione della Repubblica Popolare alla sanzioni sarà poco più che nominale: una Cina
disposta ad un impegno serio sarebbe un duro colpo per loro.
In ogni caso, rimane aperta la questione della fregata sospetta. Il modo con cui la coalizione anti-coreana reagirà sara il primo test sulla serietà del loro impegno.
Matteo Clerici