Siamo senza Governo ma l’Agricoltura spera in un Ministro pastore di grande identità

3 Maggio 2018
Milano, 30 aprile 2018
QUALE MINISTRO DELL’AGRICOLTURA VORREI PER IL VINO ITALIANO? UNA FIGURA DI GRANDE IDENTITA’ A 360 GRADI
UN MINISTRO E UNA AGRICOLTURA ITALIANA CHE SIA “ MULTI-POLI-FUNZIONE” PER IL FUTURO
La difficile situazione politica, senza un accordo tra i partiti, rischia di congelare se non ritardare… se non regredire la già precaria situazione italiana. Non è bello vedere che ai tavoli “europei” si siedano in 3 (Brexit compresa) e l’Italia manca. Ma manca anche, da anni, una vera politica del vino italiano.
Stiamo perdendo terreno, non solo vitato, rispetto gli altri paesi. Vanno bene le Convention e le Proposte, ma occorre concretizzare, velocizzare, dare peso e sostanza, far valere una posizione leader del paese sul comparto mondiale. Testo unico, enoturismo, e-commerce, cambi del clima, minori DOC, aggregazioni di territori se non d’impresa, concentrazioni di prodotto se non di province.
L’Italia deve dare peso specifico organizzativo, mentale, innovativo, interattivo e commerciale ai propri vini, senza fare doppioni, senza replicabilità di eventi nelle stesse città, senza rincorrere autoreferenzialità. L’enoturismo francese vale 5,1 mld/euro quello italiano 2,5 mld con un numero di “appassionati” superiori: in Italia si spende mediamente giorno/persona in cantine aperte 80 euro, in Francia 144.
E’ su questo che il nuovo Ministro dell’Agricoltura ( come già scritto tante volte mi piacerebbe che ci fosse un ministro della produzione, alimentazione, territorio, consumo) deve puntare: l’Ocm-vino deve puntare ad aumentare il valore aggiunto, il valore del territorio produttivo… non solo la promozione nei paesi terzi.
Un grande paese produttore non può perdere appeal sul mercato interno: oltre 11 litri/anno/procapite/media in meno ci distaccano dalla Francia. C’è un gap che va colmato grazie anche alla ricerca, sperimentazione, nuove tecniche colturali, creare Doc grandi che vanno in giro per il mondo.
Il vino italiano è presente in 100 paesi all’estero, ma quello francese è in 160. I produttori francesi si presentano compatti sul mercato e nei canali tradizionali, ma anche nell’e-commerce. Il vino italiano all’estero venduto online è per l’82% in mano ai distributori e importatori stranieri. Caro Ministro cambiamo anche il Comitato Vini, come viene richiesto da più parti anche interne al ministero stesso. Diamo un taglio diverso a Consorzi di tutela e alle certificazioni della tracciabilità senza nuovamente aggravare di costi le imprese: fare prevenzione e colpire duro chi viene scoperto, ma un po’ più di libertà d’impresa.
Ma controlli “post” molto celeri e pesanti. Un ministro quindi che abbia le idee chiare, abbia advisor e supporti professionali importanti per le strategie. La Pac-Vite sarà molto importante per mantenere un patrimonio e una ricchezza italiana senza subire danni: bisogna saper cavalcare politicamente l’innovazione tecnica ma anche le necessità e le difficolta climatico-ambientali.
Un Ministro dell’Agricoltura che sappia soprattutto vedere la polifunzionalità e la multioperatività della impresa e dell’imprenditore agricolo. Scrivemmo già nel 2012 in occasione della stesura della Pac di allora che l’Italia aveva bisogno di una considerazione europea particolare per le condizioni geo-morfo-grafiche del territorio come è stato poi recepito per tutti i paesi dell’est Europa e le new-entry. L’Italia non ha visto riconosciuto nulla, pur essendo il primo paese in Europa con il più alto tasso di superficie green e di colture biodiverse e biologiche.
Fare l’agricoltore giovane a 1000 metri di altitudine in collina-montagna è assai diverso che farlo con 150 ettari a disposizione nella pianura irrigua veneto-emiliana-lombarda. Senza aiuti di Stato ma solo riconoscenti la Multi-Funzione positiva di una presenza diversa sul territorio con ambienti diversi , senza assistenza, ma con investimenti. Ecco questo in primis dovrebbe fare il nuovo ministro “multifunzionale” a tutto il sistema-comparto agrario italiano. Si può fare. Spero tanto
Giampietro Comolli
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Giampietro Comolli
Economista Agronomo Enologo Giornalista
Libero Docente Distretti Produttivi-Turistici
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Editorialista Newsfood.com
Economia, Food&Beverage, Gusturismo
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