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Rivalutare L’Asti spumante: Questo l’obiettivo che si pone il Consorzio di tutela

Rivalutare L’Asti spumante: Questo l’obiettivo che si pone il Consorzio di tutela

By Redazione

Asti – L’Asti spumante “non può più essere svenduto, usato come prodotto civetta dalla grande distribuzione. Così rischiamo di fare morire un vino di grande
qualità”. Paolo Ricagno, rieletto l’anno scorso alla guida del Consorzio di tutela, sta definendo il piano di rilancio di uno dei vini con le bollicine più celebri al mondo.
  

Quest’anno, per le feste natalizie, non è stata fatta alcuna promozione, si riparte a gennaio. “Spero che possiamo lavorare tutti insieme”, dice il presidente del consorzio, alludendo
all’uscita dell’ente di due grossi calibri, la Gancia e la Martini & Rossi. “‘Una separazione che non è ancora un divorzio – dice Ricagno – ci sono ampi spazi di trattativa”.
  

“I conti del consorzio sono a posto, in cassa ci sono i soldi (27 milioni di euro, ndr) per fare ripartire la promozione”, ha spiegato oggi incontrando i giornalisti nella sede storica, nel
centro di Asti. “Chi vuole lasciarci è libero di farlo – aggiunge – e se si tratta di scelte le rispetto, ma non vorrei che si trattasse di una strategia per arrivare a pagare un prezzo
più basso delle uve, al prossimo accordo interprofessionale. In questo caso, no, non l’accetto”.   

In ogni caso, l’obiettivo numero uno è rivalutare l’Asti, oggi venduto anche a meno di due euro a bottiglia nei centri commerciali, mentre spesso manca sugli scaffali delle enoteche e
nelle cantine dei ristoranti. “Dobbiamo rivedere gli accordi con la grande distribuzione – spiega Ricagno – altrimenti l’Asti, che ha grandi qualità e potenzialità commerciali
ancora da sviluppare sui mercati esteri, rischia di fare la fine del panettone. E se continuerà a essere  svilito come oggi il rischio riguarda tutto il territorio: 7.000 aziende, 10
mila ettari in 52 comuni”   

“Fermi non si può più stare, lo devono capire tutti – conclude Ricagno – eravamo già pronti a un nuovo piano di promozione ma non si è mai trovato l’accordo. Adesso
è ora di partire e spero che anche la politica si interessi di più al nostro caso”.   

Una delle prime mosse, per tutelare immagine e qualità dell’Asti, è stata l’abolizione dei ‘tutoraggi’: l’azienda produttrice non potrà più cedere a terzi il suo
vino.

Ansa.it per NEWSFOOD.com

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