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Reti di neuroni. Così sono uniti olfatto e gusto

Reti di neuroni. Così sono uniti olfatto e gusto

By Redazione

Il fatto che problemi di naso colpiscano anche i sapori è sapere comune.
Ma ora, la scienza è in grado di spiegare meglio perché gusto ed olfatto formino una sorta di “strana coppia” dei sensi.

Il merito è di una ricerca della Brandeis University ( Massachusetts, Usa) diretta dal dottor Donald Katz e pubblicato da “Nature Neuroscience”.

Per Katz e compagni, gusto ed olfatto sono legami da dipendenza neuronale: se si disattiva il senso del gusto, il senso dell’olfatto risulta alterato.

Essi sono arrivati a tali conclusioni lavorando con alcuni topi da laboratorio.

Nella prima fase dell’esperimento, ad un topo è stato fatto mangiare un cibo speziato, e il suo alito è stato fatto odorare da un altro roditore.
Nella seconda fase, al ratto che aveva odorato l’alito del primo topo sono stati offerti due cibi diversi tra cui scegliere: delle due pietanze proposte, una era del tutto simile a quella
gustata precedentemente dall’altro topo e di cui l’animale aveva sniffato l’alito. Si è cosi notato come la cavia in questione si sia orientata sul cibo scelto dal primo topo.

Spiega il dottor Katz: “Abbiamo scoperto in questo esperimento che i sistemi sensoriali non funzionano in modo isolato gli uni dagli altri. Per quanto riguarda gusto e olfatto, una parte della
corteccia prende input direttamente dal naso, mentre una parte di input proviene dalla lingua, e viceversa. I recettori olfattivi e gustativi non operano in modo indipendente”.

Inoltre, i ricercatori hanno notato come, negli esemplari di topo con corteccia del gusto disattivata, si alterasse anche il senso del gusto.

Dati tali risultati, perciò, gli scienziati della Brandeis sostengono che sia ora di variare l’approccio cognitivo al cervello. Bisogna infatti adottare una visione d’insieme
perché “Non ha senso sondare un sistema separatamente dagli altri. Proprio come in un coro, non è possibile apprezzare la pienezza della musica, se si ascoltano separatamente solo
il basso o il tenore”.

Matteo Clerici

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