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QN Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione ” Che paradosso i Fondi sprecati ” Ediz. 14 maggio 2016 – Achille Colombo Clerici

QN Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione ” Che paradosso i Fondi sprecati ” Ediz. 14 maggio 2016 – Achille Colombo Clerici

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Quanti euro versiamo all’Europa e quanti ne riceviamo? Evidentemente il vantaggio (o meno), di far parte di una grande comunità di Paesi e di un sistema di economie, non può essere valutato ragionieristicamente con il criterio del dare e avere.

Ma è comunque interessante guardare alle cifre.

Ogni Paese contribuisce al bilancio europeo con l’1% del pil nazionale: così ogni anno si modificano le uscite, e quindi anche le entrate. L’Italia è il terzo contribuente netto dell’Ue assieme alla Gran Bretagna (precedute da Germania e Francia), con il 12% del totale.

Le risorse versate dall’Italia all’Ue sono aumentate dai 14 miliardi di euro del 2007 agli attuali 17 miliardi, mentre gli accrediti effettuati dall’Unione nel periodo si sono aggirati intorno ai 10 -12 miliardi all’anno, determinando così un consistente saldo a nostro svantaggio di. Oltre. 5 miliardi all’anno. Sono 11 i Paesi che versano più di quanto ricevono. Per avere una panoramica più soddisfacente è però opportuno riferirsi a un periodo più lungo di tempo. Dal 2000 al 2014 l’Italia ha versato (cifre arrotondate) 210.500 mln e ricevuto 151.600 mln.: un credito per noi di quasi 59.000 mln pari a quasi 1.000 euro per abitante.

Ma sui milioni ricevuti bisogna calcolare quanto siamo riusciti a spendere in quanto questi soldi non vengono attribuiti a babbo morto allo Stato, ma sono assegnati a sostegno di progetti co-finanziati (parte dall’Ue parte dall’Italia), progetti che devono essere elaborati e presentati all’Unione.

Ebbene sull’elaborazione dei progetti non andiamo affatto bene, e riusciamo a stento a raggiungere l’80% medio. Fino a qualche mese fa non erano ancora stati certificati 9,3 miliardi di finanziamenti europei, dei quali 6,6 in capo alle Regioni e 2,7 miliardi di competenza dello Stato centrale.

Ebbene, ancora una volta si conferma l’inadempienza di alcune amministrazioni regionali, con i relativi comuni al seguito; soprattutto al Sud, fatta eccezione per la Puglia. Nella poco commendevole classifica spiccano Sicilia e Campania che sono riuscite a “spendere” meno del 70% dei fondi europei; al vertice degli utilizzi Liguria, Friuli-Venezia Giulia, la provincia di Trento, Marche e Veneto e, come detto, la Puglia mediamente con ben oltre il 90%.

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